“Chi nun tene passato, nun tene manco futuro“, tuona il personaggio di donna Clotilde nel capolavoro Ferdinando, opera del drammaturgo stabiese Annibale Ruccello.
Il Doriforo non tornerà (per il momento) a Castellammare di Stabia
Ma cosa succede quando una delle testimonianze più preziose del passato locale risulta trovarsi a più di 8000 km dal luogo del ritrovamento, senza alcuna – apparente – possibilità di ritorno?
Parliamo di quanto accaduto all’imponente copia romana in marmo pentelico dell’originale Doriforo bronzeo di Policleto, rinvenuta nel 1976 nella zona di Varano e attualmente in mostra all’Institute of Arts di Minneapolis, nel Minnesota.
Interrotte le collaborazioni con il Mia di Minneapolis
Negli anni, molteplici sono stati gli interventi di istituzioni e personalità influenti del mondo della cultura per riportare a casa l’opera d’arte, realizzata con lo stesso marmo del Partenone di Atene e ritenuta dagli esperti la più bella copia del Doriforo di Policleto. La vicenda fu denunciata dal prof. Umberto Pappalardo tra le pagine della rivista “Archeologia Viva”.
La statua, a seguito delle trattative avviate dalla Procura di Torre Annunziata con il Minneapolis Institute of Arts, sarebbe dovuta tornare in territorio stabiese, dove l’attendeva uno spazio dedicato nel Museo Libero D’Orsi.
Un impotente e frustrante sentimento di rassegnazione
Eppure, tutto sembrerebbe essersi concluso con un nulla di fatto, nonostante l’avviamento della rogatoria internazionale per la confisca e restituzione del Doriforo: di qui, la decisione del governo Meloni, nelle persone del Ministro della Cultura, Giuliano Sangiuliano, e del Direttore Generale dei musei italiani, Massimo Osanna, di interrompere ogni sorta di collaborazione (compresi i prestiti di opere italiane) con l’importante museo statunitense.
Che la vicenda del Doriforo stabiese sia davvero destinata ad essere siglata da un impotente e frustrante sentimento di rassegnazione?
Anna Rega