Ripristinare l’uso tradizionale del suolo, implementare una corretta gestione forestale, sfruttare il territorio in modo sostenibile, portare sempre più verde nei centri urbani. Sono alcune delle azioni da intraprendere per salvaguardare gli ecosistemi e garantire benessere agli esseri umani e benefici alla biodiversità. E consentirci di affrontare le difficili sfide che ci attendono.
Un concetto emerso all’inizio del nuovo millennio per condensare in un solo termine i diversi approcci basati sugli ecosistemi. Partendo dalla consapevolezza che bisogna collaborare con la natura per proteggere la biodiversità. Come quella che caratterizza la montagna.
Le zone di alta quota sono sempre state considerate dei veri e propri serbatoi idrici grazie alla presenza dei ghiacciai, indispensabili per la sopravvivenza degli ecosistemi, delle popolazioni e delle loro attività. Il surriscaldamento del pianeta sta causando il loro progressivo ritiro e la conseguente trasformazione degli ambienti montani.
L’abbondanza d’acqua nelle alte quote è garantita dalle precipitazioni liquide e nevose, e lo scioglimento di neve e ghiaccio nelle stagioni primaverile ed estiva alimenta sorgenti e fiumi, creando una naturale connessione tra montagna e pianura, a beneficio delle colture agricole e del fabbisogno di acqua potabile.
Ci sono anche riserve d’acqua non visibili ma ugualmente presenti. Il permafrost, ovvero lo strato di terreno probabilmente di origine glaciale presente sotto la superficie terrestre, specie alle alte latitudini, si trova generalmente sopra i 2500 metri e si mantiene a una temperatura costante di 0° per almeno due anni consecutivi. La sua esistenza condiziona la qualità e quantità dell’acqua di sorgenti e ruscelli e la stabilità dei versanti.
Oltre al permafrost, c’è anche l’acqua trattenuta dal suolo, composto per il 25% del suo volume da acqua, purché non impermeabilizzato e incontaminato, elementi, questi, imprescindibili per la conservazione dell’acqua nelle zone di alta montagna dove la presenza dell’uomo è minore.
A partire dagli anni Ottanta, la superficie dei ghiacciai si è ridotta del 40% e si prevede che, nel 2060, fino all’80% dei ghiacciai italiani alpini sarà scomparsa. Con una conseguente riduzione dello stoccaggio di riserve idriche e l’impossibilità che lo scioglimento della neve e del ghiaccio sopperisca alla penuria d’acqua nel periodo estivo.
Le Nature-based Solutions sono la strada meno scontata ma più efficace da percorrere per proteggere e ripristinare tutti gli ecosistemi naturali e quelli modificati dall’uomo, permettendo alla società di soddisfare i suoi bisogni e le sue aspirazioni. Forse non è troppo tardi per correre ai ripari, se è vero che l’aver preso familiarità con le Soluzioni basate sulla Natura da parte dei responsabili politici di tutto il mondo sta facendo aumentare gli investimenti in natura per salvaguardare la salute del pianeta e dei suoi abitanti.
Viviana Rossi