Era irreperibile da oltre un anno e dovrà scontare cinque anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso. È stato individuato ed arrestato ieri sera, intorno alle 19, nella zona tra il corso Mediterraneo e traverse limitrofe, nel territorio di Marano.
Era sparito da oltre un anno l’uomo del clan Orlando-Polverino-Nuvoletta
Sotto la parrucca il volto era quello di Fabio D’Agostino, 37enne in orbita Orlando-Polverino-Nuvoletta, latitante ricercato dal gennaio dello scorso anno.
Ieri sera ha concluso la sua fuga grazie all’intervento dei carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna che lo hanno catturato in strada a Marano, sotto l’abitazione familiare, alla guida di un’auto intestata ad un prestanome. Sul capo un toupet di capelli castani.
Il monitoraggio social portava a Marano. D’Agostino voleva passare il fine settimana con moglie e figlio
Nulla di casuale, i militari hanno tenuto alta l’attenzione sin dal giorno della sua “scomparsa” dai radar della giustizia. Coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno analizzato gli schemi relazionali del 37enne, effettuando un attento monitoraggio dei social e del suo patrimonio.
E le tracce conducevano ancora a Marano, luogo dove vivono moglie e figlio, e dove già da tempo erano appostati in osservazione i carabinieri. Ieri sera i militari hanno avuto ragione delle tante ore di appostamento quando hanno visto accostare i fari di un veicolo con al volante proprio il 37enne latitante.
Le mani sul volante erano quelle di un uomo dalla capigliatura folta e singolare, già di primo acchito fuori posto. I militari si sono scambiati un’occhiata incuriosita e, quando moglie e figlio del 37enne hanno varcato la soglia del portone, il blitz è scattato.
Il latitante con la parrucca, dovrà scontare 5 anni di reclusione
D’Agostino è rimasto imperturbabile e con un malcelato disagio ha chiesto spiegazioni.
Anche al buio, i militari hanno riconosciuto il 37enne e gli hanno sfilato il toupet.
Il latitante è finito in manette ed è ora in carcere, nel penitenziario di Secondigliano. Dovrà scontare una pena di 5 anni di reclusione per estorsione continuata ed aggravata dalle finalità e modalità mafiose.