Solidarietà per i giornalisti uccisi a Gaza - Giornata internazionale dei giornalisti palestinesi
Foto OCHA - Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari: L'ONU e la Palestine Red Crescent Society hanno completato l'evacuazione di 72 casi critici dall'ospedale Nasser di Khan Younis

La guerra israelo-palestinese che continua incessante nella Striscia di Gaza, giungendo al suo quinto mese, fa segnare un altro dato eclatante, tragico e drammatico: la morte di 100 giornalisti (probabilmente sono anche di più). La Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ) insieme a molti altri enti affiliati in tutto il mondo, nonché alla Federazione dei giornalisti arabi (FAJ) si sono mobilitati al riguardo mostrando la loro solidarietà per i giornalisti uccisi a Gaza.

Il sostegno a giornalisti e agli operatori dei media in Palestina è avvenuto il 26 febbraio – nella Giornata internazionale dei giornalisti palestinesi – attraverso azioni pubbliche mirate a sostenere i membri del Sindacato dei giornalisti palestinesi (PJS), oltreché a condannare il loro massacro.

“Le esigenze dei nostri colleghi che lavorano a Gaza – affermano dalla Federazione Internazionale dei Giornalisti – sono diventate critiche. In pieno inverno, alle nostre sorelle e fratelli e alle loro famiglie manca tutto e soprattutto l’essenziale: vestiti, coperte, tende, cibo, acqua… La scarsità di questi beni di prima necessità in questo piccolo territorio di 40 km di lunghezza e 5 km di larghezza , sottoposto a blocco, provoca un aumento dei prezzi. I beni di prima necessità, laddove disponibili, non sono più accessibili”.

“L‘IFJ è anche allarmato dalla scarsa copertura internazionale del conflitto, derivante dall’esclusione dei media mondiali dall’enclave da parte di Israele. In tutto il mondo meritiamo di sapere cosa sta succedendo a Gaza. Questa deliberata negazione del diritto di cronaca costituisce un abuso della libertà dei media”, aggiungono ancora dalla Federazione che rappresenta più di 600.000 giornalisti in 146 paesi.

Anche la Federazione Nazionale Stampa Italiana ha aderito all’iniziativa con un video e delle parole di solidarietà: “A quattro mesi dall’inizio della guerra, non si ferma la mattanza di giornalisti a Gaza. Un massacro senza precedenti e inaccettabile”. (Il video della FNSI).

In Belgio la veglia per commemorare i 100 giornalisti uccisi nella guerra di Gaza

Il 5 febbraio un’altra iniziativa si è svolta all’esterno dell’edificio del Consiglio Justus Lipsius, nella rue de la Loi, a Bruxelles, per commemorare i giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza. All’evento – una veglia a lume di candela – hanno partecipato la Federazione Internazionale dei Giornalisti, la filiale di Bruxelles dell’Unione Nazionale dei Giornalisti (NUJ) e la filiale europea del Sindacato dei Giornalisti Palestinesi (PJS).

Tutti i nomi dei giornalisti uccisi a Gaza

La Federazione Internazionale dei Giornalisti ha documentato, dal 7 ottobre 2023 e fino alla data del 26 febbraio 2024, l’uccisione dei giornalisti e degli operatori nel conflitto che imperversa in Palestina. Oltre 100 giornalisti uccisi, mentre diversi sono rimasti feriti e altri risultano dispersi, è doveroso pertanto riportare i loro nomi…

96 giornalisti ed operatori dei media palestinesi: Mohammad Jarghoun, Smart Media, ucciso il 7 ottobre; Ibrahim Lafi, agenzia di stampa Ain Media, ucciso il 7 ottobre; Mohammad Al-Salhi , fotoreporter dell’agenzia di stampa Fourth Authority, ucciso il 7 ottobre; Asaad Shamlakh, giornalista freelance, ucciso l’8 ottobre; Said Al-Tawil , direttore dell’agenzia di stampa Al-Khamisa, ucciso il 10 ottobre; Mohammed Sobboh, fotoreporter dell’agenzia di stampa Khabar a Gaza, ucciso il 10 ottobre; Hisham Al-Nawajha, fotografo dell’agenzia di stampa Khabar a Gaza, ucciso il 10 ottobre; Salam Meimah, giornalista di Al Quds Radio, ucciso il 10 ottobre; Mohammed Fayez Yousef Abu Matar, fotografo freelance, ucciso l’11 ottobre; Ahmed Shehab, produttore di Voice of Prisoners Radio, ucciso il 12 ottobre; Hossam Mubarak, tv Al Aqsa, ucciso il 13 ottobre; Yousef Dawwas , giornalista freelance, ucciso il 14 ottobre; Abdul Hadi Habib, TV Al Aqsa, ucciso il 16 ottobre; Isam Bahar, giornalista televisivo Al Aqsa, ucciso il 17 ottobre; Mohammed Balousha, TV palestinese, ucciso il 17 ottobre; Samih Al-Nadi, regista e produttore di Al Aqsa TV, ucciso il 18 ottobre; Khalil Abu Athra, cameraman della televisione Al Aqsa, ucciso il 19 ottobre; Muhammad Abu Ali, radiofonico di Al-Shabab, ucciso il 20 ottobre; Hani Madhoun, impiegato amministrativo della TV Al Aqsa, ucciso il 21 ottobre; Roshdi Sarraj, cofondatore di Ain Media, fotoreporter, regista e fixer per diversi media internazionali come Radio France, ucciso il 22 ottobre; Mohammed Imad Labad, giornalista del sito d’informazione Al Resalah, ucciso il 23 ottobre; Saed al-Halabi, TV Al-Aqsa, ucciso il 25 ottobre; Ahmed Abu Mahadi, TV Al-Aqsa, ucciso il 25 ottobre; Salma Mukhaimar , giornalista, uccisa il 25 ottobre; Jamal Al-Faqawi, giornalista del Mithaq Media Network, ucciso il 25 ottobre; Zaher Al-Afghani, giornalista del Mithaq Media Network, ucciso il 25 ottobre; Duaa Sharaf, giornalista di Radio Al Aqsa, uccisa il 26 ottobre; Mohammad Fayez Al Hassan, direttore generale di Rawasi, ucciso il 26 ottobre; Yasser Abu Namous, giornalista dei media di Al Sahel, ucciso il 27 ottobre; Nazmi Al-Nadim, vicedirettore delle finanze e dell’amministrazione della TV palestinese, ucciso il 30 ottobre; Majd Kashkou, giornalista della TV palestinese, ucciso il 31 ottobre; Imad Wahidi, giornalista della TV palestinese, ucciso il 31 ottobre; Majd Fadl Arandas, giornalista del sito d’informazione Al-Jamahir, ucciso il 1° novembre; Mohammed Abu Hatab, corrispondente della televisione palestinese, ucciso il 2 novembre; Mohammed Bayyari , giornalista della TV Al Aqsa, ucciso il 2 novembre; Iyad Matar, impiegato amministrativo della TV Al Aqsa, ucciso il 2 novembre; Mohammed Al Jajeh, Sala Stampa, ucciso il 6 novembre; Mohammad Abu Hasira, corrispondente dell’agenzia di stampa WAFA, ritrovato corpo sotto le macerie il 7 novembre; Yahya Abu Munie, giornalista della radio Al Aqsa, ucciso il 7 novembre; Ahmed Al-Qara, fotoreporter, ucciso il 10 novembre; Mousa Al Barsh, direttore esecutivo di Namaa Radio, ucciso il 12 novembre; Ahmed Fatmah, fotografo di Al Qahera News, ucciso il 13 novembre; Yacoub Bursh, direttore generale di Namaa Radio, ucciso il 14 novembre; Mahmoud Matar, giornalista freelance, ucciso il 15 novembre; Moseab Ashour, fotografo, ucciso il 18 novembre; Mustafa Al-Sawaf, giornalista e scrittore, ucciso il 18 novembre; Amr Abu Haya , giornalista della TV Al Aqsa, ucciso il 18 novembre; Saary Mansour, direttore di Quds News Network, ucciso il 18 novembre; Hassouneh Isleem, fotografo freelance per Quds News, ucciso il 18 novembre; Bilal Jadallah, direttore generale dell’organizzazione per lo sviluppo dei media Press House, ucciso il 19 novembre; Abdelhalim Awad, autista della TV Al Aqsa, ucciso il 18 novembre; Ayat Al-Khaddura, giornalista televisiva e digitale, uccisa il 20 novembre; Khamis Salem Deab, redattore di Al Quds Radio, ucciso il 20 novembre; Jamal Hanieh, redattore dell’Amwaj Sports Media Network, ucciso il 21 novembre; Mohamad Nabil Al-Zaq, giornalista di Quds TV, ucciso il 22 novembre; Assem Al-Barsh, giornalista della radio palestinese Al-Ray, ucciso il 22 novembre; Muhammad Moin Ayyash, fotoreporter, ucciso il 23 novembre; Amal Zahed, giornalista, uccisa il 24 novembre; Mustafa Bakir, giornalista e cameraman della TV Al Aqsa, ucciso il 24 novembre; Nader Al-Nazli, tecnico della televisione palestinese, ucciso il 25 novembre; Abdallah Darwish, fotoreporter della TV Al Aqsa, ucciso il 1° dicembre; Muntaser Al-Sawaf, fotografo dell’agenzia Anadolu, ucciso il 1° dicembre; Marwan Al-Sawaf, fotografo di Alef Media, ucciso il 1° dicembre; Adham Hassouna, giornalista freelance, ucciso il 1° dicembre; Hassan Farajallah, dirigente della TV Al Quds, ucciso il 3 dicembre; Shaima Jazzar, giornalista freelance, uccisa il 4 dicembre; Ala Atallah , giornalista, ucciso il 9 dicembre; Mohamed Abu Samra, fotoreporter, ucciso il 9 dicembre; Duaa Jabbour, giornalista freelance di Eyes Media Network, uccisa il 9 dicembre; Narmeen Qawwas, stagista presso Russia Today, uccisa l’11 dicembre; Abdul Karim Odeh, giornalista ed ex corrispondente di Al-Mayadeen, ucciso il 13 dicembre; Samer Abu Daqqa, cameraman di Al Jazeera Arabic, ucciso il 15 dicembre; Assem Kamal Moussa, giornalista di Palestine Now, ucciso il 16 dicembre; Haneen Ali Al-Qashtan, giornalista di Sawt Al Watan Radio, uccisa il 17 dicembre; Abdallah Alwan, giornalista della piattaforma Midan, di proprietà di Al Jazeera, ucciso il 18 dicembre; Mohammad Nasser Abu Hweidy, fotoreporter del quotidiano Al Istiqlal, ucciso il 22 dicembre; Ahmad Jamal Madhoun, vicedirettore dell’agenzia di stampa Al Rai, ucciso il 23 dicembre; Mohammad Saidi (Khalifa), direttore della TV Al Aqsa, ucciso il 24 dicembre; Mohammad Abdul Khaleq Al Ghuf, fotoreporter dell’agenzia di stampa Al Rai, ucciso il 24 dicembre; Huthaifa Lulu, ingegnere radiotelevisivo di Prisoners Radio, che in precedenza aveva lavorato per Al Quds TV, ucciso il 24 dicembre; Mohammad Khair Al Din, archivista della TV Al Aqsa, ucciso il 28 dicembre; Ahmad Khair Al Din, fotoreporter della TV Al Aqsa, ucciso il 28 dicembre; Jaber Abu Hedrous, corrispondente della TV Al-Quds, ucciso il 29 dicembre; Akram Al Shafei, corrispondente dell’agenzia Safa News, ucciso il 5 gennaio; Hamza Al-Dahdouh , giornalista di Al Jazeera, ucciso il 7 gennaio; Mustafa Thuraya, videografo freelance dell’Agence France Presse, ucciso il 7 gennaio; Heba Al-Abdallah, giornalista, uccisa il 9 gennaio; Ahmad Bdeir, giornalista della rivista locale Hadaf News, ucciso il 10 gennaio; Mohammed Jamal Sabahi Al Thalathin, giornalista della TV Al Quds, ucciso l’11 gennaio; Yazan Al-Zuweidi, fotografo di Al Ghad TV, ucciso il 15 gennaio; Iyad Ahmed Al-Ruwahi, corrispondente e conduttore di Voice of Al Aqsa Radio, ucciso il 26 gennaio; Mohamed Abdel El Fatah Atta Allah,  redattore del quotidiano Al-Risala, ucciso il 29 gennaio; Nafez Abdel Jawad, direttore di Palestine TV, ucciso l’8 febbraio; Alaa al-Hams, giornalista dei media locali, ucciso il 12 febbraio; Angham Ahmed Adwan, giornalista del canale libico February, ucciso il 12 febbraio; Mohammad Yaghi, fotoreporter di diversi media internazionali, tra cui Al Jazeera, ucciso il 23 febbraio.

4 giornalisti ed operatori dei media israeliani: Yaniv Zohar, fotografo di Israel HaYom, ucciso il 7 ottobre; Ayelet Arnin, redattrice della Israeli Broadcasting Corporation (KAN), uccisa il 7 ottobre; Shai Regev, redattore di TMI, ucciso il 7 ottobre; Roee Idan, fotografo di Ynet, ucciso il 7 ottobre.

3 giornalisti libanesi: Issam Abdallah, videogiornalista della Reuters, ucciso il 13 ottobre; Farah Omar, giornalista di Al Mayadeen, uccisa il 20 novembre; Rabih Me’mari, cameraman della TV Al Mayadeen, ucciso il 20 novembre. (Nomi Giornalisti morti a Gaza).

Alcuni messaggi di solidarietà

Si riportano soltanto alcuni spezzoni dei messaggi inviati il 19 febbraio da enti ed organizzazioni sindacali di giornalisti e non.

“Continuiamo a condannare le uccisioni senza precedenti di giornalisti palestinesi che riferivano da Gaza con immenso coraggio e in condizioni inimmaginabili… La NUJ ribadisce la sua richiesta di un’indagine immediata da parte della Corte penale internazionale per garantire che tutti gli episodi di aggressione di giornalisti, che costituiscono crimini di guerra ai sensi del diritto internazionale, siano adeguatamente indagati e i responsabili siano tenuti a rispondere. Mentre siamo solidali con il Sindacato dei giornalisti palestinesi e con tutti i giornalisti palestinesi, spetta ai governi britannico e irlandese fare tutto il possibile per garantire che Israele rispetti i suoi impegni ai sensi del diritto umanitario. Chiediamo il rilascio di tutti gli ostaggi e un cessate il fuoco permanente per garantire la fine degli attacchi contro i giornalisti e tutti i civili”. Unione Nazionale dei Giornalisti (NUJ) nel Regno Unito e in Irlanda

“…Siamo sempre stati chiari sul fatto che la libertà di stampa è essenziale per sostenere la democrazia, ed è particolarmente cruciale in tempi di conflitto. Unifor chiede il cessate il fuoco e la fine immediata degli attacchi indiscriminati che hanno causato la morte di almeno 28mila persone…”.  Unifor Canada (il più grande sindacato del settore privato canadese, con oltre 315.000 membri in tutto il paese).

“L’Unione Nazionale degli Scrittori è stata la prima unione nazionale del Nord America a condannare il genocidio a Gaza. Quando abbiamo risposto per la prima volta all’appello di solidarietà del PJS lo scorso ottobre, nove giornalisti palestinesi erano stati uccisi. Oggi quel numero supera i 100. Come orgoglioso affiliato della Federazione Internazionale dei Giornalisti e orgoglioso sindacato fratello del Sindacato dei Giornalisti Palestinesi, siamo chiamati a dire la verità. I ​​nostri colleghi giornalisti e operatori dei media vengono presi di mira e assassinati a Gaza, mentre i nostri colleghi in patria subiscono ritorsioni per le loro parole di solidarietà. Le parole hanno potere, e insieme, lo facciamo anche noi. Ecco perché invitiamo tutti i media a unirsi a noi nel rifiutarsi di usare le nostre parole per produrre consenso per questo genocidio e nel chiedere un cessate il fuoco permanente”. National Writers Union (NWU), USA

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