Quando la sera dell’8 febbraio non lontano dal Tribunale Torre Annunziata si è consumato l’omicidio di Alfonso Fontana, pregiudicato di Castellammare di Stabia, la vittima 24enne avrebbe dovuto incontrare il proprio complice di un furto precedente che sarebbe proprio alla base dell’agguato. L’ipotesi che sta emergendo dalle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, è stata riportata questa mattina dal quotidiano “Il Mattino”.
Castellammare, omicidio di Alfonso Fontana
Il gip del Tribunale di Torre Annunziata, Riccardo Sena, ha convalidato intanto il fermo di Catello Martino, 52enne noto come “‘o puparuolo”, figura pluripregiudicata legata alla famiglia Imparato, affiliata al clan D’Alessandro. Martino, ritenuto il presunto esecutore materiale dell’omicidio, è stato catturato grazie alle immagini registrate dalle numerose telecamere di sorveglianza posizionate nei dintorni del tribunale, che hanno immortalato l’agghiacciante agguato.
Secondo quanto emerso, Martino avrebbe sparato almeno 8 colpi di pistola, colpendo Fontana all’inguine, al torace e al volto, quest’ultimo come colpo di grazia, quando la vittima era già riversa a terra. La presenza sul luogo del delitto del suocero di Fontana ha aggiunto ulteriori particolari intriganti alla vicenda. Egli ha raccontato agli inquirenti che il giovane Fontana era stato coinvolto in un “guaio grosso”, probabilmente legato a un furto perpetrato a casa della figlia di Martino, documentato dalle telecamere di sorveglianza.
Il 24enne doveva incontrare il “complice” al momento dell’agguato
Il movente del delitto sembra quindi essere legato a una vendetta per il furto subito, che avrebbe scatenato una spirale di violenza. Da giorni, infatti, nel rione Acqua della Madonna, dove risiedeva la famiglia Fontana, erano comparsi individui legati al clan D’Alessandro. La situazione, già tesa, si è ulteriormente acuita dopo l’omicidio, con rappresaglie nel rione Savorito, cuore degli affari illeciti del clan, che hanno innescato il timore di una faida imminente.
Di fronte a questa situazione esplosiva, la Prefettura ha convocato un Comitato per l’ordine e la sicurezza a Castellammare per affrontare la crisi e garantire la tranquillità della cittadinanza. Tuttavia, resta aperto il nodo delle indagini, volte a far luce sui retroscena di un omicidio che ha scosso le fondamenta della comunità locale, rivelando intrecci oscuri e risvolti inaspettati.