Sant’Antonio Abate, la Prefettura chiude il caso de “La Sonrisa”

La struttura sarà confiscata. La delicata questione dei lavoratori al centro del dibattito

Sant'Antonio Abate, la Prefettura chiude il caso de

Il prefetto di Napoli Michele Di Bari ha posto definitivamente fine al caso de “La Sonrisa”, l’hotel-ristorante di Sant’Antonio Abate noto anche come “Il Castello delle Cerimonie”, confiscato dalla Corte di Cassazione nei giorni scorsi per lottizzazione avusiva. In occasione di un incontro sul tema dell’ordine pubblico e della sicurezza tenutosi a Castellammare di Stabia, il prefetto ha chiarito: “C’è stato un incontro con il sindaco. Posso solo confermare che quel provvedimento è definitivo, quindi non c’è via di scampo”.

Sant’Antonio Abate, la Prefettura chiude il caso de “La Sonrisa”: la struttura sarà confiscata

La sentenza della Cassazione, pertanto, non potrà essere ribaltata: la Sonrisa verrà confiscata alla famiglia Polese e affidata in gestione al Comune di Sant’Antonio Abate. L’Amministrazione Comunale ha ribadito più volte che non potrà proseguire l’attività ristorativa-alberghiera.

Il sindaco Ilaria Abagnale ha comunicato che per il futuro della Sonrisa sono state considerate tre ipotesi: abbattimento, cambio di destinazione d’uso o affidamento della gestione a terzi. La delicata questione riguarda soprattutto il destino dei dipendenti della Sonrisa, centinaia di famiglie che si troveranno improvvisamente senza lavoro, molti dei quali hanno dedicato più di 30 anni alla struttura.

La delicata questione dei lavoratori al centro del dibattito

Sul destino dei dipendenti, il Comune di Sant’Antonio Abate e la Prefettura si incontreranno per valutare la situazione occupazionale. Il prefetto Michele Di Bari ha dichiarato: “Credo che il sindaco voglia valutare la situazione dei profili occupazionali“.

Nel frattempo, dal mondo della politica arrivano le prime proposte. Francesco Emilio Borrelli ha proposto la possibilità di affidare il futuro dell’azienda ai suoi stessi lavoratori. Tuttavia, resta da vedere se i dipendenti accetteranno questa soluzione.

La famiglia Polese ha rilasciato un’intervista esclusiva al settimanale “Chi”, esprimendo il proprio legame affettivo con la Sonrisa e annunciando il ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo. “La Sonrisa è la nostra vita”, hanno dichiarato, evidenziando il loro profondo attaccamento alla struttura e alla sua storia, ricca di incontri con personaggi celebri e di tradizioni familiari.

Michele Mercurio

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