Salerno, così cinque imprenditori truffavano Invitalia

Nei guai sono finiti soggetti nei cui confronti è stato emesso un provvedimento di sequestro di 5 unità immobiliari e 2 quote di partecipazione per un totale di 950mila euro

Salerno, così cinque imprenditori truffavano Invitalia: scatta il sequestro da 950mila euro. Quelle attrezzature mai fornite

Sui titoli di credito che inviavano ad Invitalia il nome di chi forniva attrezzature utili all’avvio di piccole attività imprenditoriali. Attrezzature, in realtà, mai fornite “utili” solamente a giustificare quasi un milione di euro di fondi pubblici percepiti indebitamente. È questo lo stratagemma scoperto dalla Guardia di Finanza di Salerno e dalla Procura Regionale per la Campania della Corte dei Conti. Le Fiamme Gialle hanno così scoperto una truffa nei confronti dell’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, Invitalia spa appunto.

Salerno, così cinque imprenditori truffavano Invitalia

Nei guai sono finiti 5 imprenditori salernitani nei cui confronti è stato emesso un provvedimento di sequestro di 5 unità immobiliari e 2 quote di partecipazione. Già a luglio scorso, le indagini avevano portato alla notifica di 14 inviti a dedurre nei confronti di altrettanti soggetti resisi responsabili del danno erariale accertato. La vicenda ruota attorno alle misure di sostegno alla realizzazione e all’avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di disoccupati. O persone in cerca di prima occupazione, attraverso la concessione di agevolazioni finanziarie, consistenti sia in contributi a fondo perduto che in mutui a tasso agevolato.

Scatta il sequestro da 950mila euro. Quelle attrezzature mai fornite

Le attività svolte hanno permesso di individuare una strutturata rete di persone fisiche e giuridiche che hanno illecitamente percepito, nel tempo, contributi pubblici, rendicontando ad Invitalia spese in realtà mai sostenute, con conseguente illegittimo esborso di denaro pubblico appunto per oltre 950mila euro. L’esame delle transazioni finanziarie e della documentazione giustificativa della spesa ammessa a beneficio, ha permesso di ricostruire il modus operandi adottato. In pratica si indicava fraudolentemente, sulla fotocopia dei titoli di credito inviata all’ente erogatore, il nominativo del soggetto (presunto) fornitore di beni/attrezzature, in realtà mai ricevuti.

“L’attività di servizio – si legge nella nota dei Militari – si inquadra nel più ampio rapporto di collaborazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno con la Procura Regionale della Corte dei Conti di Napoli e costituisce il tangibile e sinergico impegno istituzionale a presidio del corretto impiego delle risorse dello Stato ed a contrasto degli sprechi e delle inefficienze nell’impiego delle preziose risorse pubbliche”.

Francesco Ferrigno

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