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Sant’Antonio Abate, è plebiscito in teatro per “Un Passo Avanti”

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Sant’Antonio Abate, è plebiscito in teatro per “Un Passo Avanti”
Un teatro quasi sold out che sfiora i trecento ingressi del Leone Dehon di Sant’Antonio Abate per l’unica data del nuovo spettacolo dalla regia di Gaetano Capuano, dove protagonista è Antonio D’Amora (figlio dell’attuale Sindaco di Santa Maria la Carità, Giosuè D’Amora, ndr) che per la sua prima volta in scena interpreta Gennaro, un giovane adolescente che, all’oscuro del padre e del fratello, insegue il sogno della danza. “Un passo avanti”, titolo dello spettacolo, è l’invito a sganciarsi dalla famiglia e dalle convenzioni sociali per acquisire, al momento giusto, una connotazione unica e originale.

Sant’Antonio Abate, è plebiscito in teatro per “Un Passo Avanti”

Quella di Gennaro, è la storia di un tredicenne partenopeo che vive negli anni ’80 di Maradona al Napoli, circondato da poster di Rocky Balboa affissi alle pareti. Suo padre (Luigi Rosanova) trascorre le giornate a lavoro per guadagnare i pochi spicci che garantiscano in casa il minimo indispensabile e suo fratello, Ciro (Manuel Veltro), è un giovane attivista che rifiuta di lavorare con il padre perché “tiene ai suoi diritti” e non accetta di essere sottopagato. La madre di Gennaro, è morta invece pochi anni prima.
 Lo scenario che spetta agli occhi del giovane, è quello di un padre sacrificato che guarda le partite del Napoli con la speranza di un domani migliore e quello di un fratello, quasi sempre nervoso, che vorrebbe rivoluzionare il mondo. Ciò che accomuna la famiglia è (ancora per poco) la passione per la boxe. Gennaro vi si esercita spinto dai familiari e dall’ambiente, anche se è per lui attività di poco interesse.
È invece molto più attratto dalla danza, con la quale entra in contatto grazie alla maestra di ballo, Anna (Erica Tortorizio), con la quale condivide gli spazi della palestra. Quest’ultima lo incoraggia a ballare e ben presto Gennaro inizia a praticare la danza di nascosto dal padre e dal fratello. Quando entrambi si accorgono delle bugie del minore, si crea un momento di rottura: la danza per il senso comune del tempo e del luogo, è cosa da “femminucce”.

“Un Passo Avanti” è una storia di resilienza

Il progetto artistico portato in scena affronta egregiamente in soli 60 minuti ben dieci aspetti dei primi anni di un’adolescenza in cui l’identità autonoma di Gennaro si plasma: il primo approccio con il ballo, l’odio e amore per la danza, l’affetto per una piccola allieva, il riconoscimento delle proprie potenzialità, il confronto con il padre, la lettera della madre, i problemi familiari, il vis-a-vis, la resa dei conti e l’audizione. Ci sono schiaffi, ci sono abbracci. Toni duri, parole dolci. Pugni e glissade. Luci di scena rosse, luci blu. C’è la forza e c’è la gentilezza, c’è l’unione di entrambe le cose. Ma soprattutto, c’è un grande processo di cambiamento.
Durante lo spettacolo si assiste a come tale processo coinvolga Gennaro, soprattutto come l’ambiente inizialmente cerchi di ostacolarlo in questa ricerca (ad esempio rifiutando la sua sperimentazione nell’ambito della danza) e di come invece alla fine l’ambiente stesso lo supporti grazie alla capacità e alla tenacia del giovane ballerino nel promuovere la sua libertà di scelta. Attraverso una ricerca degli aspetti psicologici di cui “Un Passo Avanti” è ricco, possiamo quindi affermare che emerga un aspetto di fondo che rappresenta uno dei temi più all’avanguardia della psicologia moderna: la resilienza.

Anche le scuole presenti in platea (e menomale)

Per meglio comprendere, il termine resilienza è un aggettivo usato dal mondo della fisica e rappresenta la proprietà di alcuni metalli di assorbire un urto senza rompersi. Etimologicamente? Il termine deriva dai latini e veniva usato per riferirsi alla capacità di risalire sulla barca quando questa si era ribaltata. Ed è bene che a saperlo lo siano anche gli adolescenti.
Lo spettacolo dell’Associazione Io Non Ti Conosco è nato per volontà della ODV “Guardare Lontano” di sensibilizzare i giovani, ma anche le restanti fasce d’età, al contrasto al bullismo. A ben due giorni dalla prima, lo spettacolo ha avuto come spettatori le scuole secondarie di Sant’Antonio Abate. Si è mostrato loro come le persone, in questo caso identificate nella famiglia di Gennaro, riescano con modalità diverse ad essere resilienti di fronte alla maggior parte dei fattori stressanti a cui sono sottoposti.
Soprattutto, si è insegnato loro come il modo di comunicare possa farne la differenza. Nel testo teatrale, si nota come essa risulti inizialmente asimmetrica, sembra quasi venga a mancare un mediatore comunicativo. Il canale di maggiore comunicazione è quello non verbale ed i messaggi che vengono scambiati hanno sempre un’impronta burbera, frenata e alterata.
Almeno, fino al momento della realizzazione del talento del giovane ragazzo, del suo libero arbitrio e dello scardinamento del ruolo di genere, legato agli stereotipi (sbagliati) e alla cultura di appartenenza. Non esiste attività prettamente femminile o maschile, la categorizzazione ne limita l’infinità di espressione. Ai ragazzi di oggi, quindi, il messaggio va trasmesso chiaro: siate chiunque di buono desideriate essere, privi di pregiudizi e condizionamenti esterni. Siate gentili.

Buona la prima per Antonio D’Amora, campione di danza e figlio del Sindaco

Antonio è egli stesso la realizzazione dei sogni di Gennaro, che interpreta magistralmente salendo per la prima volta su un palcoscenico come attore. Negli atti finali dello spettacolo, il suo personaggio, finalmente riconosciuto dalla sua famiglia per il talento che è, partecipa ad un’audizione di danza e fra le centinaia di voci scomode e riluttanti che rendono dubbia la sua candidatura, solo una si fa spazio: quella della consapevolezza di essere stato preso.
Antonio ha soli 14 anni e frequenta a Castellammare di Stabia il primo anno del liceo classico, indirizzo biomedico, Plinio Seniore. Nel suo domani si immagina cardiochirurgo, sogno legato alla venerazione verso il dottore che salvò la vita di suo nonno. Cosa condivide con Gennaro? Il suo esser cresciuto con la passione per la danza, da sempre assecondata dai suoi genitori. Inizia a soli 8 anni a studiare show dance presso la Pathos Academy di Santa Maria la Carità, con la coreografa Francesca Nunziato, che è anche la sua mamma.
Ha partecipato a lezioni di approfondimento con il maestro Demis Autellitano e oggi frequenta corsi di danza classica e contemporanea presso la scuola “Russian ballet” di Scafati. Come ballerino, ha partecipato all’edizione 2022 di Ballando on the Road e ad una puntata di Ballando con le Stelle, sino ad arrivare in finale al programma The Coach, trasmesso su la 7 Gold. Ad oggi è due volte Campione Assoluto Nazionale Fids (Federazione Italiana Danza Sportiva) in show dance e tre volte Campione di Categoria Nazionale disciplina Show Dance Fids.

“Un Passo Avanti” è uno spettacolo da riproporre

Lo spettacolo con firma Io Non Ti Conosco, ispirato al film cult “Billy Elliot”, è da guardare anche con gli adulti poiché con grande efficacia mostra quanto essi possano rendersi significativi nella vita di un adolescente. Un genitore può esercitare una funzione di conferma e di promozione delle potenzialità di un figlio, o invece può, al contrario, giocare un ruolo di negazione e di soffocamento delle particolarità e originalità che il piccolo porta in sé.
 In conclusione, vista la standing ovation del pubblico all’inchino degli attori, la domanda è una: le persone vanno ancora al teatro? La risposta è sì, se il prodotto artistico vale e funziona. Antonio D’Amora, Manuel Veltro, Erica Tortorizio, Luigi Rosanova e Giorgia Giordano, con la regia di Gaetano Capuano, sono stati in grado di richiamare spettatori non solo con la forza del proprio nome, ma del proprio progetto, dei desideri dei giovani e dei desideri degli adulti: un dialogo difficile, spesso un dialogo tra ‘sordi’, ma certamente un dialogo possibile.
Sofia Comentale
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