Torre Annunziata, i retroscena e gli arrestati del blitz anticamorra

Tra gli episodi rilevanti c'è l'agguato di camorra ai danni di Giuseppe Carpentieri, marito di Teresa e genero del capoclan ergastolano Valentino Gionta, ferito a maggio 2020

Nuovo durissimo colpo alla criminalità organizzata a Torre Annunziata: i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti di 12 persone emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Torre Annunziata, i retroscena e gli arrestati del blitz anticamorra

L’indagine si inserisce come un secondo filone di quella principale che ha smantellato i vertici dei clan Gallo-Cavalieri e Gionta, coinvolti in una faida di camorra con il cosiddetto “Quarto Sistema” del rione “Penniniello”. Tra gli episodi rilevanti c’è l’agguato di camorra ai danni di Giuseppe Carpentieri, marito di Teresa e genero del capoclan ergastolano Valentino Gionta, ferito a maggio 2020 mentre era sul balcone, ritenuto il reggente della cosca dalla sua scarcerazione fino al suo arresto due anni fa. Questi due clan, in “pace armata” da tempo, avrebbero diviso il racket sulle agenzie funebri e si sarebbero trovati sotto attacco dei rampolli del quarto clan formato dagli scissionisti dei Gallo – Cavalieri.

La droga nel centro storico e i clan Gallo – Cavalieri e Gionta

Tra gli arrestati, figurano Giuseppe Agnello e Giuseppe Montemurro, accusati di essere esattori del pizzo per i clan Gallo – Cavalieri e Gionta rispettivamente. Altri individui sono stati colpiti da nuovi ordini di arresto per il traffico di cocaina, con Salvatore Abbellito, Giuseppe Colonia, Salvatore Gallo, Gennaro Gallo Battipaglia, Carmine De Rosa, Angelo Vastola, Vincenzo Visiello, Luisa e Giuseppina Monaco, e Francesco Pallonetto, accusato di favorire il clan Gionta.

Secondo l’Antimafia, i vertici del gruppo di fornitori di cocaina includevano Abbellito, Colonia, Gallo e Gallo Battipaglia, tutti ritenuti esponenti di spicco del clan Gallo-Cavalieri. L’abitazione di Giuseppe Agnello in via Sambuco era stata utilizzata per incontri di camorra, mentre altre persone coinvolte avrebbero gestito piazze di spaccio concorrenti nella stessa area.

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