La musica non può esistere senza il suono, il suono esiste di per sé senza la musica. È il suono ciò che conta”. Le parole del compositore Giacinto Scelsi, vissuto nel Novecento, risuonano con forza nella sua casa-museo romana, immersa nel cuore del Palatino.

Lontana dai clamori turistici, la dimora in cui Scelsi ha trascorso gli ultimi vent’anni della sua vita, fino alla sua scomparsa nel 1988, offre un’esperienza unica: un viaggio sensoriale alla scoperta del suono come elemento primordiale della musica.

Dalla terrazza panoramica al quarto piano, lo sguardo si perde tra i monumenti millenari della Città Eterna: il Campidoglio, il Foro Romano, il Colosseo. Un panorama mozzafiato che si fonde con i suoni della vita quotidiana, creando una sinfonia urbana in cui il canto degli uccelli si mescola al clacson delle auto e al brusio dei passanti.

Questi suoni non sono semplici rumori di sottofondo, ma materia prima dell’arte di Scelsi, che li catturava con registrazioni a finestre aperte, integrandoli nelle sue composizioni come fossero essi stessi strumenti musicali.

L’originalità del Maestro risiedeva nel suo metodo compositivo unico: improvvisava al pianoforte o su altri strumenti, registrando le sue idee su nastro magnetico. Successivamente, affidava la trascrizione dei suoni ai suoi collaboratori, arricchendola con indicazioni dettagliate per l’esecuzione.

L’interesse attivo per la poesia, le filosofie orientali e l’esoterismo hanno nutrito la sua vena artistica, spingendolo a sperimentare in maniera innovativa. La sua musica, ricca di microtoni e sonorità evocative, ha sfidato le convenzioni e aperto orizzonti sonori inesplorati, lasciando un’eredità che continua ad essere fonte di ispirazione per gli appassionati.

L’abitazione è oggi un museo che custodisce un archivio prezioso di documenti cartacei e sonori di grande importanza, suddivisi in un fondo storico, che include tutto ciò che Scelsi ha prodotto e conservato nel corso della sua vita, e in quello della Fondazione, alimentato dall’attività di diffusione della sua opera in Italia e oltreconfine.
Un tesoro per studiosi e cultori della musica contemporanea, ma anche per chiunque voglia conoscere la poetica di un artista visionario che ha saputo trasformare il suono in pura emozione.

La biblioteca custodisce libri di proprietà della famiglia, comprese edizioni rare e antiche, e si è arricchita di volumi appartenuti ad altre importanti personalità artistiche del Novecento, come i compositori Franco Evangelisti e Massimo Coen.

Visitare la casa-museo di Giacinto Scelsi significa non solo ammirare la bellezza di un luogo storico, ma immergersi in un’esperienza che incoraggia ad ascoltare il mondo con orecchie nuove.

L’eredità di Scelsi è un’esortazione a non dare mai nulla per scontato, ad aprire le nostre menti e i nostri sensi alla bellezza del suono, che si nasconde ovunque, anche nei rumori quotidiani.

Viviana Rossi

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