Pomigliano d’Arco, uccisero clochard: due minorenni condannati

Gli imputati, di 17 e 16 anni, sono stati ritenuti colpevoli di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. No all'aggravante della crudeltà e no alla messa in prova

Friederick, ucciso di botte: lunedì i funerali a Pomigliano d'Arco

Due minorenni sono stati condannati a 16 anni ciascuno per l’assassinio di Frederik Akwasi Adofo, un 43enne senza fissa dimora di origine ghanese, avvenuto la sera del 19 giugno scorso a Pomigliano d’Arco.

Pomigliano d’Arco, uccisero clochard a botte: due minorenni condannati a 16 anni di carcere

La sentenza è stata emessa con rito abbreviato dalla giudice del tribunale per i minori, Anita Polito. Gli imputati, di 17 e 16 anni, sono stati ritenuti colpevoli di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Non è stata riconosciuta l’aggravante della crudeltà. Il giudice ha respinto la richiesta di “messa alla prova” che avrebbe permesso l’estinzione del reato dopo un periodo di riabilitazione. Attualmente, i due ragazzi sono detenuti in un carcere minorile.

La vittima è stata sottoposta a un pestaggio durato quindici secondi. Gli aggressori lo hanno colpito con calci e pugni mentre era già a terra. L’uomo, giunto in Italia dopo un terribile viaggio dalla Libia, dove era stato imprigionato e privato di tutto, aveva anche conseguito la licenza media, ma si era poi ritrovato a vivere per strada. Si guadagnava da vivere aiutando i clienti di un supermercato a portare la spesa. Nonostante fosse ben voluto da tutti, era finito nel mirino delle baby gang.

Il filmato scioccante ripreso dalle telecamere di un negozio

Tra gli atti delle indagini condotte dai Carabinieri c’è un filmato scioccante ripreso dalle telecamere di un negozio nella zona di Principe di Piemonte a Pomigliano d’Arco: nelle immagini, Frederick è da solo in strada quando viene improvvisamente affrontato dai due giovanissimi. L’approccio sembra amichevole, uno dei due ostenta la volontà di “dare il cinque” al 43enne, ma in realtà è solo un modo per abbassare le sue difese e aggredirlo con l’inganno.

Il senza fissa dimora viene colpito con un forte pugno al volto, facendolo cadere a terra, e successivamente percosso con calci al corpo e alla testa, causando un’emorragia cerebrale. Frederick rimane sul marciapiede per alcune ore prima di essere soccorso, ma purtroppo invano. La morte di Frederick ha suscitato commozione e indignazione. A nove mesi di distanza, è giunta la sentenza di primo grado, che segna una tappa importante nella ricerca di giustizia per questa tragica vicenda.

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