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Castellammare, b&b e case vacanza abusivi: controlli a tappeto

È allarme per i bed and breakfast e case vacanza abusive a Castellammare di Stabia. In vista delle prossime festività pasquali, sono partiti dei controlli a tappeto a Castellammare e nei Comuni del circondario da parte della guardia di finanza. L’obiettivo? Scovare i furbetti delle attività turistiche, non registrate sui circuiti ufficiali. Secondo una prima stima, soltanto nella città di Castellammare sarebbero almeno 300 le attività fuorilegge. È quanto emerge da una indagine preliminare, basata sulle visite delle piattaforme specializzate nel settore turistico, come “Booking”, “Trivago” e “Airbnb”.

Castellammare, b&b e case vacanza abusivi: controlli a tappeto

Nella città stabiese risultano circa 500 tra B&B, case vacanza, appartamenti e affittacamare. Una cifra monstre, considerato che solo 211 sono regolarmente registrate al Comune. Ciò significa che almeno 300 attività sono illegali. Da qui l’input delle forze dell’ordine, che hanno deciso di avviare una serie di controlli straordinari in vista delle festività di Pasqua che, di fatto, danno il via alla nuova stagione turistica. Un mondo economico e commerciale sommerso, che ha avuto il suo boom alla fine della pandemia, quando molti stabiesi (resisi conto della crescita dei flussi turistici sul territorio) pensarono di investire i propri risparmi nell’attività extralberghiera.

Obiettivo scovare i “furbetti” delle attività turistiche non registrate

I dati del resto parlano chiaro: dalle circa 50 strutture presenti pochi anni fa, si è passati alle 211 (72 beb, 71 case vacanza, 54 affittacamere, 14 locazioni brevi) del 2024. Si tratta esclusivamente delle aziende registrate regolarmente al Suap. Tutto ciò, a fronte dei 500 annunci stabiesi che campeggiano invece sulle piattaforme di settore. Sui portali specializzati ci sono dunque oltre il doppio delle strutture censite dal Comune. Tutto ciò, provoca un danno per le casse dell’erario e lascia spazio ad una concorrenza sleale per chi lavora in regola.

Ulteriori accertamenti sono in corso nei confronti di decine di altre strutture ricettive situate a Gragnano e in altri comuni dei Monti Lattari, finalizzati alla verifica della corretta dichiarazione dei proventi derivanti dall’attività di locazione turistica (siano essi redditi da locazione, redditi diversi o redditi di impresa). “Atteggiamenti come questi – fanno sapere le forze dell’ordine – minano l’immagine del territorio e, al tempo stesso, ledono i cittadini che vedono sottrarsi risorse derivanti dal gettito fiscale e un intero comparto. Il turismo, infatti, oggi più che mai ha bisogno di investimenti mirati e volti a migliorare la qualità dei servizi e non di piccoli sotterfugi a vantaggio di chi non gioca la partita in maniera corretta”.

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