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La 96° Notte degli Oscar fa i conti con i morti di Israele e Palestina

La 96° notte degli Oscar fa i conti con i morti di Israele e Palestina

Probabilmente parte di Hollywood poche ore fa si è svegliata pensando ai morti di Israele e Palestina, mentre incombevano le celebrazioni per la 96° edizione degli Academy Awards (la cosiddetta “Notte degli Oscar”) centinaia di persone sono scese in strada per manifestare il loro chiaro ed inequivocabile NO al conflitto israelo-palestinese. Le persone si sono mosse all’incrocio tra Sunset Boulevard e Imar Avenue, al grido di “Palestina libera”, “Cessate il fuoco adesso”, etc., mentre il ritmo dei tamburi ha scaglionato il tempo dei cori. Altre piccole manifestazioni si sono viste all’incrocio tra Sunset Boulevard e Vine Street (quartiere di Hollywood), nonché vicino alla Freeway 101, autostrada che attraversa da nord a sud gli Stati di Washington, Oregon e California.

La protesta, organizzata domenica mattina nei pressi dell’area dell’Hollywood Boulevard, ha messo in non poche difficoltà gli ospiti del premio Oscar, alcuni dei quali a causa delle strade bloccate e della quasi impossibilità nell’attraversamento di marciapiedi e carreggiata si sono dovuti divincolare maniera frettolosa, con i loro abiti ultra eleganti, arrivando a spintonare i manifestanti per poter raggiungere rapidamente il Dolby Theatre (come si vede all’interno delle riprese dalla Associated Press).

La 96° Notte degli Oscar e la guerra tra Israele e Palestina. Il NO ai bombardamenti su Gaza

Una folla enorme, che trasportava bandiere palestinesi, cartelli e immagini del premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha marciato quindi lungo Sunset Boulevard verso il Dolby Theatre, cantando “Cessate il fuoco adesso” e “Lunga vita alla Palestina”, “Mentre guardate le bombe continuano a cadere”, etc. L’evento è stato organizzato dai membri del sindacato statunitense SAG-AFTRA (Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists, che rappresenta circa 170mila lavoratori) e dai lavoratori cinematografici per la Palestina.

I manifestanti avevano anche alcuni cartelli con le scritte: “Lasciate Gaza libera”, “Smettetela di uccidere i bambini a Gaza”, “Il silenzio è violenza, riprendiamo a parlare di Palestina”, etc., palesando pertanto anche il loro NO ai bombardamenti dell’Esercito di Israele su Gaza, che hanno portato morte e disperazione in centinaia di migliaia di famiglie. Altri cartelli mostrati durante la marcia: “Mentre le vostre star ricevono gli Oscar i bambini affamati ricevono le bombe”, ma anche “Le mie tasse pagano per la morte”, etc.

La polizia domenica stazionava fuori alle porte del Dolby Theatre, dove si tiene la Notte degli Oscar. Foto screenshot News 9 live

“Noi non attraversiamo le linee e non spariamo ed uccidiamo i bambini per strada”

Alcuni cittadini statunitensi hanno parlato, intervistati, ai microfoni delle TV presenti, una donna ha detto: “Sono qui oggi come ebrea-americana perché sono sconvolta dal fatto che il nostro governo sia coinvolto nell’attacco del governo israeliano a Gaza. io provo sentimenti anche per gli israeliani e voglio fare una distinzione tra Hamas e la Palestina. Voglio che i bombardamenti finiscano ora!”.

Un altro partecipante alle proteste ha affermato a News 9 live: “Sono qui per prestare la mia voce ai lavoratori del cinema di Los Angeles così come alla comunità arabo-americana e a chiunque si opponga al genocidio in atto, a parlare apertamente contro il sostegno degli Stati Uniti d’America ai crimini di guerra israeliani, alle atrocità commesse in Cisgiordania, a Gaza, in Libano, e all’occupazione illegale e a chiedere che i nostri legislatori ed il nostro governo facciano di più, che i membri dei media e le persone che hanno un ruolo parlino perché il silenzio diventa violenza in questo caso”.

I cartelli di alcuni manifestanti. Foto screenshot News 9 live

Una delle persone che ha assistito alle proteste ha voluto dire a Fox 11 Los Angeles: “Israele e Palestina hanno il diritto di esistere, hanno il diritto di esistere insieme. Questa è una città piena di culture diverse. Viviamo tutti insieme. Non ci uccidiamo l’uno con l’altro. Non attraversiamo le linee e non spariamo ed uccidiamo i bambini per strada” (Con “Non attraversiamo le linee”, forse l’intervistato intendeva l’espressione militare che indica appunto quell’operazione di superamento del fronte del combattimento, quindi di raggiungimento delle posizioni e terreni della controparte in battaglia, ndr.).

La “deumanizzazione” e le altre parole del regista Jonathan Glazer durante la Notte degli Oscar

“La zona d’interesse” si classifica come Miglior Film Straniero e fa vincere a Jonathan Glazer il premio Oscar. Il film del regista britannico – scrive cinecittanews – “racconta i lager nazisti attraverso la vicenda alienante della famiglia del comandante del campo di Auschwitz”.

Ma Jonathan Glazer, una volta salito sul palco, non ha perso tempo nel prendere immediatamente posizione in merito al conflitto israelo-palestinese, ha quindi dichiarato: “Siamo qui come uomini che rifiutano che il loro essere ebrei e l’Olocausto siano dirottati, che rifiutano un’occupazione che ha portato alla guerra per tante persone innocenti, sia che siano le vittime del 7 ottobre o dell’attacco in corso a Gaza, tutte le vittime, questa deumanizzazione, come possiamo resistere?”.

Al momento oltre 31mila decessi, 25 bambini sono morti di fame e disidratazione

L’ISPIIstituto per gli Studi di Politica Internazionale scrive: “Il mese sacro di Ramadan è iniziato senza la tanto attesa tregua nella Striscia di Gaza, dove cinque mesi di combattimenti, raid aerei e una crisi umanitaria senza precedenti hanno portato finora alla morte di oltre 31mila persone, la maggior parte dei quali donne e bambini. Il nord della Striscia, in particolare, è sull’orlo della carestia : almeno 25 bambini finora sono morti di fame e disidratazione, mentre le famiglie mangiano erbacce e mangimi per animali, suscitando l’allarme internazionale”.

 

 

 

 

 

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