Melito di Napoli sciolto per infiltrazione mafiosa: “accertati condizionamenti della criminalità”

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato l'affidamento per diciotto mesi della gestione del Comune ad una commissione straordinaria

Il consiglio comunale di Melito di Napoli è già stato sciolto, con decreto del presidente della Repubblica del 15 maggio 2023, per le dimissioni contestuali rassegnate da 14 consiglieri comunali su 24, oggi arriva l’ulteriore batosta per il comune a nord di Napoli.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ha deliberato l’affidamento per diciotto mesi della gestione del Comune ad una commissione straordinaria, ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

La decisione è giunta “in considerazione degli accertati condizionamenti dell’amministrazione da parte della criminalità organizzata“, così si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Al termine di un iter lungo dieci mesi, il Consiglio dei Ministri, riunitosi questo pomeriggio, ha siglato, lo scioglimento del comune di Melito per infiltrazione mafiosa. Il Consiglio dei Ministri ha chiuso un capitolo aperto nell’aprile scorso con l’arresto di 18 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di scambio elettorale politico mafioso, attentati ai diritti politici del cittadino, associazione di tipo mafioso, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa e tentata estorsione. Gli indagati sono tuttora in attesa di giudizio.

L’inchiesta della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, ha colpito con misure cautelari l’ex sindaco di centrodestra – sostenuto dal civiche e Fratelli d’Italia – Luciano Mottola, poi dimessosi, il presidente del consiglio comunale Rocco Marrone, altri due consiglieri comunali ed esponenti vicini alle liste e ai candidati delle amministrative 2021 di due dei tre contendenti alla carica di primo cittadino.

 

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