Pozzuoli, il clan imponeva il “proprio” parcheggio abusivo

Arrestati in tre del clan Longobardi - Beneduce. Sono accusati di estorsione ad un imprenditore

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Per imporre il parcheggio abusivo della camorra non avrebbero esitato a minacciare e ad aggredire il titolare di un’area di sosta privata a Pozzuoli. È questo il retroscena dietro gli arresti che sono scattati questa mattina nel Comune flegreo. Tre le persone finite in manette legate al clan Longobardi – Beneduce: tutti sono accusati, a vario titolo, di estorsione e tentata estorsione, delitti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare l’attività dell’organizzazione criminale.

Pozzuoli, il clan imponeva il “proprio” parcheggio abusivo

Il blitz è scattato a seguito delle indagini della Compagnia dei Carabinieri di Pozzuoli che hanno eseguito un provvedimento di misura cautelare in carcere emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli.

Arrestati in tre del clan Longobardi – Beneduce

Come già accennato, nell’inchiesta sono stati documentati più episodi. Gli indagati avrebbero, con minacce ed aggressioni fisiche, intimato al titolare di un parcheggio privato di Pozzuoli, di consegnare l’incasso. Ed avrebbero ostacolato l’imprenditore nell’esercizio della propria attività, per avvantaggiarsi in quella parallela di parcheggio abusivo riconducibile agli indagati.

Francesco Ferrigno

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