Vanno avanti le indagini per chiarire le cause dell’incidente in fabbrica che ha portato alla morte di Giuseppe Borrelli, operaio 26enne di Volla. Incidente avvenuto nella serata di martedì scorso nell’azienda Laminazione Sottile di San Marco Evangelista, in provincia di Caserta. Fino a questo momento sono sette le persone indagate dalla Procura a vario titolo per omicidio colposo e violazione delle normative sulla sicurezza sul lavoro. Oggi verrà eseguita l’autopsia sul corpo di Borrelli.
Volla, inchiesta sulla morte dell’operaio 26enne Giuseppe Borrelli: sette indagati
I colleghi di Giuseppe si sono riuniti ieri davanti ai cancelli della loro fabbrica per commemorare il giovane lavoratore. La sua morte ha scosso profondamente la comunità, con i sindacati metalmeccanici che hanno proclamato quattro ore di sciopero in segno di solidarietà. Il vescovo di Caserta, monsignor Pietro Lagnese, ha espresso dolore e indignazione, sottolineando il costo umano troppo elevato che l’Italia paga a causa della mancanza di sicurezza sul lavoro.
“Giuseppe Borrelli è morto da solo davanti a una macchina a rullo in fabbrica. I colleghi lo hanno trovato ormai esanime – ha detto Lagnese – non si può morire sul lavoro. Lo scorso anno il Casertano ha pagato un tributo enorme di morti sul lavoro e la striscia di sangue non si ferma. Giuseppe aveva solo 26 anni, il prezzo che la nostra terra e l’Italia pagano per il lavoro, che dovrebbe essere un diritto, è troppo alto.
Le parole risuonano vuote ormai, tante sono le volte che le abbiamo ripetute, ma insieme alla preghiera per Giuseppe, la sua famiglia e i colleghi, sentiamo che ciò possiamo e dobbiamo ribadire per garantire un lavoro sicuro e dignitoso per tutti. Fermiamoci, a riflettere. Le imprese facciano la loro parte, la facciano anche i sindacati, facciamola tutti. Non si può morire sul lavoro”.
Francesco Percuoco, segretario della Fiom-Cgil: “Necessario intervenire per creare una cultura della sicurezza”
Francesco Percuoco, segretario della Fiom-Cgil di Caserta, sottolinea che “il successo dello sciopero proclamato per oggi lo si può notare fuori dallo stabilimento di Laminazione Sottile, dove sono arrivati lavoratori di altre realtà produttive del Casertano. Questa alta partecipazione dimostra che il tema della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro accomuna tutte le aziende del territorio. Quindi è necessario intervenire per creare una cultura della sicurezza e va cambiato il sistema, perché non è accettabile che il profitto vale più della vita delle persone”.
Per il coordinatore provinciale Uil Caserta, Pietro Pettrone, “questa strage va fermata, e per farlo è necessario considerare come omicidi le morti sul lavoro e istituire una procura speciale per il tema della sicurezza. Servono ispettori e serve vietare appalti e subappalti che annullano la responsabilità. Altro aspetto fondamentale per tutelare le lavoratrici e i lavoratori è quello della formazione”. Ma la protesta riguarda anche la precarietà lavorativa. “Va contrastata la precarietà – aggiunge Percuoco – che non fa bene né alla qualità del lavoro né alla dignità del lavoratore”.