Nuova svolta per l’omicidio di Alfonso Fontana, avvenuto a Torre Annunziata il 7 febbraio scorso. Le indagini hanno incastrato Catello Martino: il killer sparò per vendicare uno sgarro subito dai D’Alessandro con il furto di oro e soldi appartenenti al clan e custoditi a casa di sua figlia.
Torre Annunziata: Alfonso Fontana ucciso per uno “sgarro”
Circa 300mila euro e mezzo chilo d’oro quanto Fontana avrebbe rubato nei giorni precedenti alla sua uccisione, dall’appartamento della figlia di Martino.
Alfonso Fontana era stato riconosciuto dalle immagini della videosorveglianza ed era scattata la caccia. Successivamente gli era stata tesa una trappola a Torre Annunziata: qualcuno di cui si fidava aveva organizzato un incontro, diventato prima aggressione e poi sfociato nell’agguato a copi d’arma da fuoco che lo videro soccombere in strada a pochi passi dal tribunale.
Le indagini incastrano Catello Martino
Per delega del Procuratore Distrettuale, i militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli–Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Catello Martino, pregiudicato di Castellammare ritenuto gravemente indiziato dei reati di omicidio commesso con premeditazione e per motivi abbietti nonché di detenzione e porto illeciti in luogo pubblico di un’arma da fuoco.
Reati aggravati dalla modalità mafiosa e dal fine di affermare la superiorità del clan D’Alessandro, operante sul territorio di Castellammare di Stabia.