Castellammare, i soldi della camorra nella movida

Giro di vite tra le associazioni ed i locali. Al via l'inchiesta dell'Antimafia di Napoli

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I soldi del clan D’Alessandro investiti nell’organizzazione di eventi della movida, a cura di diverse associazioni di Castellammare di Stabia. È il nuovo filone d’inchiesta aperto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, per far luce sui business della camorra locale. Un focus che parte da Castellammare di Stabia, ma che abbraccia anche i comuni della penisola sorrentina, dove anche secondo le ultime relazione della Dia si sarebbe intensificata la presenza e l’influenza del clan D’Alessandro.

Castellammare, i soldi della camorra nella movida

E così, secondo le prime informative di un’inchiesta che vive ancora una fase embrionale, la cosca egemone della città avrebbe deciso di ripulire i soldi provenienti dalle estorsioni e dallo spaccio di stupefacenti anche in queste attività. In che modo? Il primo passo è quello di avviare un contatto tra emissari della cosca e ragazzi attivi nel mondo dell’associazionismo, dediti alla promozione e all’organizzazione sul territorio stabiese e sorrentino. Il prossimo obiettivo degli inquirenti è chiarire fino in fondo il ruolo dei titolari dei locali. Si tratta di persone che scendono a patti con i clan e, dunque, gli consentono di organizzare gli eventi in cambio di una somma di denaro?

Giro di vite tra le associazioni ed i locali

Oppure di imprenditori sotto estorsione, che magari sono costretti a versare nelle casse del clan anche una percentuale degli incassi delle singole serate? Un legame, quello tra i D’Alessandro e i locali della movida, che è emerso già in una recente inchiesta sulla penisola sorrentina, che portò alla luce anche un giro di spaccio di stupefacenti all’esterno dei locali maggiormente frequentati dai giovani. Un giro d’affari che è stato raccontato anche dai collaboratori di giustizia.

Al via l’inchiesta dell’Antimafia di Napoli

Ci sono anche rivelazioni sulle nuove dinamiche “imprenditoriali” portate avanti dai D’Alessandro che estendono il proprio dominio anche aldilà del ponte di Seiano, in penisola sorrentina. Non solo: all’interno dell’inchiesta dell’Antimafia si fa menzione anche di un altro settore che è alla base delle mire della camorra. È quello dei parcheggi. Anche in questo caso, la penisola sorrentina – nonostante spesso venga, con approssimazione, considerata una sorta di oasi immune alle cellule criminali – è indicata da alcuni pentiti come una terra florida in cui il clan preferisce muoversi nell’ombra per incrementare i propri guadagni e poteri.

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