Droga, cellulari e armi in carcere via drone: blitz a Napoli

Coinvolti ben 19 istituti carcerari in tutta Italia, da Nord a Sud. A rifornire i detenuti di tutto ciò di cui avevano bisogno c'era un sistema criminale sgominato oggi dalla Polizia: 20 arresti

Droga, cellulari e armi in carcere via drone in tutta Italia: blitz dell'Antimafia di Napoli, venti arresti. Il caso della sparatoria a Frosinone

È il 9 aprile 2021 quando gli agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Napoli Secondigliano ritrovarono nelle celle venti telefoni cellulari. Piccolissimi telefoni dotati di scheda sim funzionanti. Quanto bastava per comunicare con l’esterno. Pochi mesi dopo, il 19 settembre dello stesso anno, nel carcere di Frosinone, un detenuto spara all’impazzata. Cinque colpi che vanno a vuoto.

Droga, cellulari e armi in carcere via drone in tutta Italia

A premere il grilletto un pezzo grosso della camorra di “Miano”, popoloso quartiere a nord di Napoli. Le indagini successive riveleranno che il ras voleva vendicarsi per un’aggressione subìta qualche tempo prima, ma sveleranno anche altro grazie ad alcune immagini della videosorveglianza. Ovvero che la pistola, una semiautomatica “Bernardelli”, gli era stata consegnata da un drone attraverso una finestra.

Pian piano le forze dell’ordine riannodano i fili che collegano non solo i penitenziari di Napoli e Frosinone ma ben diciannove istituti carcerari in tutta Italia, da Nord a Sud. A “servire” e a rifornire i detenuti di tutto ciò di cui avevano bisogno c’era un sistema criminale sgominato oggi dalla Polizia di Stato e dalla Polizia Penitenziaria. Venti i destinatari dell’ordinanza emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea. Tutti sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione di armi comuni da sparo ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.

Blitz dell’Antimafia di Napoli, venti arresti

A capo del sodalizio S. V., coadiuvato dal braccio destro C. A., in grado quest’ultimo di apportare modifiche costruttive ai droni che permettessero di sorvolare anche aree militari sopportando un maggior peso in volo. Le forze dell’ordine hanno appurato che i velivoli erano in grado di trasportare smartphone, piccoli cellulari, ingenti quantità di droga e armi appunto. Il gruppo veniva quindi assoldato dai clan di camorra: tra i primi a beneficiare dello stratagemma gli Esposito – Nappi dell’area di “Bagnoli”.

Le strutture carcerarie coinvolte sono Frosinone, Napoli – Secondigliano, Cosenza, Siracusa, Lanciano, Augusta, Catania, Terni, Rovigo, Caltanissetta, Roma-Rebibbia, Avellino, Trapani, Benevento, Melfi, Asti, Saluzzo, Viterbo e Sulmona. “Le analisi tecniche sui droni caduti in sequestro, – si legge in una nota – delegate al Reparto Indagine Tecniche del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, hanno permesso di confermare tali manipolazioni realizzate sugli apparati a pilotaggio remoto”.

Francesco Ferrigno

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano