Le “paranze” studiavano i movimenti della vittima per poi aggredirla e strapparle l’orologio di lusso dal polso: una tecnica ripetuta in decine e decine di casi in località turistiche della Spagna ma anche in Francia, Austria, Germania e Svizzera. La base del gruppo di rapinatori a Napoli: complessivamente sono 35 i soggetti arrestati negli ultimi mesi nell’ambito dell’operazione internazionale. Gli ultimi 8 proprio questa mattina, quando la Polizia di Stato partenopea ha eseguito altrettanti mandati di arresto europeo.
Rapinatori di orologi di lusso, maxi-blitz a Napoli: 35 arresti
L’inchiesta, coordinata da Europol, ha coinvolto anche Eurojust, Criminal Intelligence Service, Criminal Police Vienna, French National Police, Judicial Police, Federal Criminal Police Office, Berlin Police, Munich Police, National Police, Federal Office of Police.
Come già accennato, il modus operandi era tanto semplice quanto efficace. Le paranze erano costituite mediamente dalle 3 alle 5 persone con compiti ben definiti. Un soggetto individuava la vittima, che indossava un orologio prezioso, in ristoranti di lusso o alberghi di alta categoria. Dopodiché veniva pedinata da un complice, in attesa del momento propizio per l’azione delittuosa. Quindi uno o due componenti del gruppo aggredivano con violenza il malcapitato, strappandogli l’orologio dal polso, spesso cagionandogli anche lesioni. Per poi guadagnarsi la fuga a bordo di moto condotte da un complice, facendo perdere le proprie tracce.
Hanno colpito in tutta Europa: l’inchiesta coordinata da Europol
“L’aumento quasi esponenziale del prezzo degli orologi di lusso negli ultimi anni – si legge in una nota – ha incentivato gli indagati a commettere un numero sempre maggiore di rapine. Alcuni orologi rari hanno infatti un prezzo di mercato che supera di gran lunga quello di listino. Questo tipo di delitti, finora indagati solo a livello locale, con questa attività sono stati invece oggetto di scambio informativo tra Europol e le Forze di Polizia degli Stati interessati, e conseguentemente d’investigazione coordinata”.
Francesco Ferrigno