Corea del Sud, nuova nave portacontainer della Hyundai a navigazione autonoma la Pos Singapore
Foto Korean Register

Una nuova nave portacontainer sta per avviarsi nella navigazione internazionale, si tratta della Pos Singapore, prodotta dal costruttore navale Hyundai Mipo Dockyard, si trova oggi ormeggiata nel porto di Ulsan, nel Mar del Giappone. Verrà consegnata a fine marzo, è stata ordinata nell’aprile del 2022 e batte la bandiera della Liberia. Il Ministero degli Oceani e della Pesca della Corea del Sud descrive la Pos Singapore come la prima grande nave d’alto mare progettata per la navigazione autonoma di livello 3. Le prime dimostrazioni su una rotta internazionale, quindi sulle lunghe distanze, sono previste a partire dal mese di settembre 2024.

Diversi sono i livelli di autonomia progettati per le navi, dai mezzi marittimi che hanno ancora parte dell’equipaggio a bordo, a quelle telecomandate da terra, fino ad arrivare alle navi completamente autonome (vedremo che i livelli sono quattro). Il progetto riguardante la navigazione autonoma, espresso con un partenariato pubblico-privato, è partito nel 2020: il governo sudcoreano ha stanziato infatti oltre 120 milioni di dollari per la ricerca e lo sviluppo del settore. L’obiettivo è quello di acquisire il livello IMO 3, quindi poter avere a disposizione un mercantile con il quale si potrà operare autonomamente senza equipaggio a bordo (a piena conduzione da remoto).

Il quadro normativo dell’Organizzazione Marittima Internazionale per le navi autonome di superficie (IMO è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite responsabile delle misure volte a migliorare la sicurezza e la protezione del trasporto marittimo internazionale e a prevenire l’inquinamento provocato dalle navi, ndr.) stabilisce come livello 3 di autonomia una nave controllata e gestita a distanza senza marittimi a bordo.

Corea del Sud, nuova nave portacontainer della Hyundai a navigazione autonoma: la Pos Singapore

La Container Ship è lunga 172 metri, larga 27,4 metri, alta 14,3 metri ed ha una capacità di 1.800 TEU (TEU sta per Twenty Equivalent Unit, che sarebbe la misura standard nel trasporto marittimo e che corrisponde alle dimensioni del container ISO da 20 piedi, ndr.), da 22.200 DWT (DWT sta per Dead weight tonnage, cioè Tonnellaggio di portata lorda, che in pratica è la capacità di carico trasportabile da una nave in tonnellate metriche, ndr.).

Il sistema di navigazione autonomo non è nuovo per la Corea del Sud, questo è già stato installato in passato a bordo di una nave metaniera da 97.500 DWT, la quale ha attraversato l’Oceano Pacifico per oltre 11mila miglia nautiche. (Guarda dove si trova la Pos Singapore su Vesselfinder o su Marinetraffic).

I livelli di autonomia delle navi nel mondo

L’International Maritime Organization (IMO) ha identificato quattro diversi gradi di autonomia della guida marittima, abbiamo pertanto navi che possiedono processi automatizzati e supporto decisionale, dove solo alcune operazioni possono essere automatizzate; navi che possono essere controllate a distanza con personale marittimo impiegato a bordo, anche qui il mezzo viene controllato e gestito da remoto; navi controllate a distanza, ma in questo caso senza personale marittimo presente bordo; infine navi totalmente autonome, dove il sistema che le gestisce prende decisioni da solo, senza supporto umano.

Va specificato che, in base al documento dell’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) “UNMANNED VESSELS La sfida delle navi senza equipaggio e le sue implicazioni normative, economiche e assicurative” si apprende quanto segue: “Secondo il Lloyd’s Register, i livelli di autonomia vanno da ‘0’ – che significa nave tradizionale con equipaggio – a ‘6’, che si riferisce a una nave completamente autonoma con il sistema operativo in grado di calcolare tutte le conseguenze e i rischi e prendere decisioni da solo, senza interferenza umana. Per l’International Maritime Organization (IMO)… i livelli sono quattro. Per semplificare ulteriormente potremmo dire che la realtà comprende una varietà di metodi di controllo che rientrano in due categorie principali. La prima categoria si riferisce alle navi senza equipaggio a bordo, principalmente guidate da un sistema automatico di navigazione istallato a bordo ma con un controllo remoto da una stazione di terra. In questi casi la comunicazione avviene in linea visiva (line of sight) o, sempre più spesso, con l’uso del sistema di posizionamento globale (GPS) per controllare le navi a distanza oltre l’orizzonte. A onor del vero, queste navi non sono propriamente ‘senza equipaggio’; piuttosto, sono ‘presidiate’ ma da personale che non è a bordo. La seconda categoria comprende navi completamente automatizzate ed autonome che dal momento in cui lasceranno gli ormeggi – in modalità automatica – si muoveranno in base a rotte pre-programmate. Il relativo controllo avverrà senza l’intervento umano ma tramite algoritmi e programmi. Si tratterà in pratica di navi ‘intelligenti’ o, se si preferisce, di cybership. Va anche tenuto presente che, per una stessa nave, il grado di autonomia potrà essere diverso durante il viaggio. In fase di ormeggio sarà necessaria una supervisione più stretta e forse un controllo remoto continuo, mentre normalmente il passaggio in acque profonde può avvenire con un alto grado di autonomia”.

 

 

 

 

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