Napoli, Gratteri: “Test ai magistrati? Facciamoli anche ai politici”

"Oltre ai test attitudinali, facciamo anche il narco test perché chi è sotto l'effetto di cocaina può fare ragionamenti alterati"

Nicola Gratteri nuovo procuratore di Napoli. Magistrato anti 'ndrangheta, da 30 anni sotto scorta

Il dibattito sull’introduzione dei test psicoattitudinali per i magistrati previsti dal 2026 ha acceso i riflettori sul tema del controllo della classe politica e sul ruolo dell’onestà e dell’integrità nel sistema giudiziario italiano. Il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ha suggerito che se i test sono necessari per i magistrati, dovrebbero essere estesi anche ai politici.

Napoli, il procuratore Nicola Gratteri: “Test ai magistrati? Facciamoli anche ai politici insieme ai narco test”

“Se la politica ritiene che siano indispensabili e utili i test per i magistrati – sottolinea Nicola Gratteri – facciamoli anche nei confronti dei politici, soprattutto quelli che hanno incarichi di responsabilità e di governo“. Ma, aggiunge il procuratore capo di Napoli, “oltre ai test attitudinali, facciamo anche il narco test perché chi è sotto l’effetto di cocaina può fare ragionamenti alterati o prendere decisioni frutto di ricatti. Dato che ci troviamo, facciamo anche l’alcol test perché chi magari quel giorno è ubriaco può dire delle cose che possono condizionare l’opinione pubblica in modo negativo”

La proposta ha scatenato reazioni contrastanti, con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha accolto la sfida a condizione che i politici si sottopongano agli stessi controlli. Tuttavia, la proposta di Nordio è stata accolta con scetticismo da parte dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), che ha sollevato dubbi sulle motivazioni e sull’efficacia dei test proposti. Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, ha sollevato interrogativi sulle finalità dei test, sospettando che possano essere utilizzati per indebolire la credibilità dei magistrati.

La polemica con il Ministro Carlo Nordio

D’altra parte, Nordio ha smentito l’idea di propaganda, sottolineando che l’intero processo di selezione dei magistrati sarà gestito dal Consiglio superiore della magistratura (Csm), garantendo così l’indipendenza del sistema giudiziario dal governo.

La proposta ha anche suscitato reazioni politiche divergenti. Mentre il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, ha espresso sostegno per l’iniziativa come un modo per garantire una magistratura equilibrata e competente, i rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno criticato l’iniziativa come un tentativo del governo di indebolire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Anche il Partito Democratico ha espresso preoccupazione riguardo ai test psicoattitudinali, sollevando dubbi sul ruolo del Csm e sull’obiettivo reale di tali misure.

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