Prima di Pasqua la morte di Cristo e l’Assenza di Dio sulla Terra

Un abbandono che fa riflettere sul silenzio divino

Prima di Pasqua la morte di Cristo e l’Assenza di Dio sulla Terra. Un abbandono che fa riflettere sul silenzio divino

Oggi Dio non c’è. Et in Arcadia Ego, e la morte esiste anche in Arcadia. Tra fasti magnificenti e splendori essa si insidia. Il giorno è di festa, è Sabato. Quel Sabato che era giorno di riposo e di festa è stato l’unico giorno nella storia in cui Dio non è stato accanto ai viventi suoi figli. Ma sceso agli inferi ha redento anche i defunti nella sua Somma Misericordia! Quel giorno era l’uomo che gridava “Eloi Eoli, lamma sabactàni”! Ed è stato per noi, anche quello, un atto di Amore di Dio stesso. Che ci ama come creature a sua immagine e simiglianza e, come tali, libere. Libere di scegliere.

Prima di Pasqua la morte di Cristo e l’Assenza di Dio sulla Terra

In quella assenza l’uomo sperso ha saputo mantenere la speranza e la fede e l’amore? Ha saputo riflettere di quella assenza? Il Sabato Santo è uno dei più grandi Misteri, l’attesa. La paura. La consapevolezza che da solo l’uomo è nulla, senza Dio. Il giorno che dobbiamo sempre avere a mente. Quando sfiduciati diciamo “Dio non c’è”. Il silenzio, l’attesa, la speranza. Il giorno più misterioso anche perché pur non essendovi Dio vi era la Sua Santissima Madre, unica ad aver fede nella Resurrezione ed a consolare i discepoli sfiduciati ed ahimè increduli. Ed anche per questo, la Donna del “Fiat” fu anche l’unica creatura degna di essere Assunta in Cielo in anima e corpo prima della parusia e che per questo è da sempre nostra Difensrice contro gli assalti del maligno.

Il giorno tra i più Misteriosi della nostra fede! Dopo la Resurrezione della Domenica di Pasqua Cristo resterà ancora sulla Terra in anima corpo e spirito, apparendo ai discepoli come a Emmaus o nel noto episodio dello scettico San Tommaso. Con la Pentecoste donerà il Santo Spirito e poi tornerà alla Sua Casa con l’Ascensione e lì lascerà ai seguaci di toccare il cuore delle donne e degli uomini.

Un abbandono che fa riflettere sul silenzio divino

Noi saremo il futuro, e soprattutto lo saranno gli adolescenti, ravvivati dalla cultura che sapranno riprendere le redini in mano, con l’aiuto di Dio, per una nuova comunità, una nuova economia, una nuova politica italiana, europea, mondiale, di fratelli e sorelle. Come l’aurora che scaccia la notte scacceranno le loro aspirazioni queste tenebre!

Si è scritto e si è dipinto tutto, tutto è stato già scolpito, ogni nota già suonata, ogni melodia, armonia, sinfonia, tutte le partiture già composte. La moda ha tracciato già ogni stilema. Ogni planimetria è stata marcata e rimarcata. L’oggi, il domani, sarà ed è il vivido ricordo della nostra memoria. I geni di oggi e di domani? Coloro che la preserveranno. E preservando ogni cosa nuovissimamente plasmeranno, poeti artefici, plasmatori di grazia, quando il cuore parla e parlerà. Nuovissimamente essendo ciò che è e ci aspetta. Geni saranno i modellatori dei ricordi che misceleranno combinazioni intelligenti e sapienti di bellezza guidati dal desio che hanno amandola e contemplandola.

Tutto sarà nuovo se riscopriremo noi stessi e vedremo in noi il sorriso di Dio, l’impronta dello spirito che risveglia l’animo ricolmando l’anima, e inonderemo la natura di tale luce che è in noi pur essendoci trascendente. Percepiremo ogni sapore, profumo, mirabile apparizione, sussurro del vento. I geni di oggi e di domani saremo noi tutti. Discretamente, con gentilezza saremo, saranno. E scusate adolescenti la nostra generazione, la passata generazione.

Giovanni Di Rubba

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