Una gita a… Somma Vesuviana, scrigno di storia e tradizioni popolari

Dal primo sabato dopo Pasqua il “Sabato dei fuochi”, fino al 3 maggio, la “Festa d’a Muntagna” che richiama alcuni elementi propri del culto dionisiaco

Città antica, Somma Vesuviana. Con il suo importante patrimonio storico e archeologico: la Villa di Augusto, sepolta dalle ceneri dell’eruzione del Vesuvio, il castello aragonese, la chiesa ipogea di Santa Maria del Pozzo, il santuario mariano di Castello, il museo etnostorico delle genti campane.

Sono solo alcune delle tappe obbligate di un itinerario alla scoperta di un territorio tanto affascinante quanto complesso, alle pendici del vulcano partenopeo, guidati dalla curiosità e dal desiderio di preservare la memoria storica delle origini. Come quelle racchiuse nell’importante sito archeologico di epoca romana che alcuni studiosi, considerata la monumentalità e la bellezza architettonica dell’edificio, hanno ipotizzato sia stata l’ultima dimora dell’imperatore Ottaviano Augusto.

La Villa di Augusto, un tesoro ancora tutto da scoprire

La cosiddetta “villa imperiale” o “di Augusto” è indubbiamente il tesoro più prezioso di Somma, rimasta ricoperta da cenere e lapilli durante l’eruzione del 472 d.C., e scoperta per caso negli anni Trenta del Novecento. Ad oggi, è stata rinvenuta soltanto una piccola parte degli edifici del complesso della villa, che si ritiene possa estendersi per 30.000 metri quadrati.

Dopo un lungo periodo di oblio, gli scavi hanno conosciuto un nuovo impulso grazie a una missione internazionale italo-giapponese che vede impegnati in una proficua collaborazione gli archeologi dell’università di Tokyo e i colleghi partenopei.

In più di un ventennio di ricerche che continuano a dare informazioni preziose sulla vita degli abitanti del luogo, si è avuta conferma che i manufatti come le anfore e gli altri reperti rinvenuti durante le campagne di scavi sono di epoca precedente all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. E che, sotto la villa monumentale, ne esisteva una più antica, probabilmente distrutta dalla stessa eruzione del 79 d.C. che ha ricoperto Pompei ed Ercolano. Il progredire delle ricerche ha permesso di ritrovarla dopo una fase di abbandono durata un secolo.

Il culto e il fascino di Dioniso nella “villa” di Somma Vesuviana

Le prossime campagne di scavi potrebbero avvalorare l’ipotesi della presenza di Augusto nella villa, essendo ormai noto che la famiglia dell’imperatore aveva delle grandi proprietà nella zona. Al momento, si ha solo la prova che, nel periodo in cui Augusto era imperatore, c’era già un insediamento piuttosto importante, trovandosi Somma a metà del territorio compreso tra le due grandi città della Campania antica, ovvero Napoli e Nola, con la loro struttura urbana ben definita e la loro storia plurisecolare.

Durante gli scavi è stata, tra l’altro, ritrovata una statua del dio Dioniso adolescente, a dimostrazione del fascino esercitato da questa divinità su chi edificò la villa. Il dio del vino viene evocato ovunque, non solo nelle decorazioni ornamentali ma anche nelle attività che si svolgevano all’epoca. Ogni anno si producevano, infatti, 100.000 litri di vino, destinato soprattutto alle esportazioni nelle altre province dell’Impero.

Il dio del vino e la “festa d’a muntagna”

Ancora oggi, la “festa d’a muntagna”, che si svolge dal primo sabato dopo Pasqua (il cosiddetto “Sabato dei fuochi”), legato ai cicli lunari, fino al 3 maggio, richiama alcuni elementi propri del culto dionisiaco, come i falò purificatori che illuminano la cima del Monte Somma esorcizzando la presenza incombente del vulcano, i banchetti legati al rito dell’abbondanza e i balli e canti popolari al ritmo incalzante della tammorra.

Un evento che affonda le sue radici in un passato lontano, dove il sacro si intreccia con il profano in un’atmosfera e un paesaggio ricchi di suggestione.

Viviana Rossi

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