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“Pomigliano d’Arco approvi il Salario Minimo Comunale”

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Pomigliano d’Arco: “Dopo Livorno, Firenze e Bacoli abbiamo l’opportunità di rendere Pomigliano tra i primi Comuni in Italia ad adottare questa misura, che è espressione di dignità e rispetto del lavoro, dei lavoratori e delle loro famiglie”. Dichiarazioni di Vito Fiacco detto Fender, consigliere comunale e segretario di Rinascita, pronunciate all’indomani dell’invio di una mozione comunale che chiede l’introduzione del Salario Minimo Legale Comunale a firma delle due forze di opposizione consiliare: Rinascita e Per Pomigliano.

“Pomigliano d’Arco approvi il Salario Minimo Comunale”

“Garantire una retribuzione adeguata – continua Fiacco – è uno dei principi mai pienamente attuati della nostra Costituzione. La possibilità che gli Enti Locali, cioè le istituzioni più di prossimità, diano espressione concreta a tali principi rappresenta una forma altissima di democrazia e di tutela della propria comunità”. “È importante – precisa Marco Iasevoli consigliere comunale di Per Pomigliano – che dai Comuni, gli Enti più vicini alle esigenze dei cittadini, delle famiglie e dei lavoratori, arrivino segnali chiari sulla retribuzione degna”.

Protocollata la mozione di Rinascita e Per

La mozione mira, si legge nel testo integrale firmato dai consiglieri comunali Vito Fiacco, Carla Mercogliano e Marco Iasevoli, “a far sì che ad ogni lavoratore e ad ogni lavoratrice del personale alle dipendenze di operatori economici fornitori di beni e prestatori di servizi per il Comune di Pomigliano d’Arco, nonché per i lavoratori dipendenti dei gestori/concessionari di beni patrimoniali e/o servizi, assegnati dal Comune di Pomigliano d’Arco, sia garantito per le proprie prestazioni lavorative l’importo minimo, per ogni ora di lavoro, di 9 euro lordi, ad esclusione ovviamente di quelle categorie per le quali il Ccnl preveda una retribuzione oraria più alta”.

“Possiamo essere tra i primi Comuni d’Italia”

“Oggi – spiega la segretaria di Rinascita Carla Mercogliano – abbiamo un governo che non tutela il lavoro ed a è trazione settentrionale. Quindi, secondo noi, è assai improbabile che lo strumento del Salario Minimo Garantito venga approvato su scala nazionale. Da qui l’esigenza di provare ad approvarlo partendo dal basso, attraverso mozioni come questa che, se da un lato, hanno chiaramente portata limitata all’area della singola amministrazione che approva il provvedimento, dall’altro sono strumenti indispensabili per avviare un dialogo costruttivo e di sensibilizzazione sul problema, così da creare le condizioni perché anche la politica nazionale si svegli e riesca ad abolire il lavoro povero legale”.

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