
A due settimane dall’annuncio della sua possibile candidatura a sindaco di Sant’Antonio Abate, Matilde Alfano ci offre un’interessante panoramica sulle prospettive per la città e le sue ambizioni per il futuro. Alfano ha raccontato come il sentire della città sia cambiato radicalmente, con un rinnovato entusiasmo e una crescente voglia di cambiamento. “Gli abatesi stanno cominciando a dimostrare tutto il disagio di cui hanno già coscienza ma che solo ora stanno tirando fuori”, spiega Alfano. “Ogni giorno ricevo messaggi e telefonate di persone che mi chiedono di non mollare, di andare avanti con la mia candidatura”.
Sant’Antonio Abate verso le elezioni, Matilde Alfano: “I cittadini mi chiedono di andare avanti con la mia candidatura a sindaco”
La sua visione per Sant’Antonio Abate è quella di una città senza idoli o idolatrie, in cui le diverse opinioni arricchiscono la comunità. Criticando l’amministrazione uscente, Alfano afferma di avere in mente un’altra “versione” di città, una in cui valori, punti di riferimento e concretezza sono al centro dell’attenzione.
Secondo Alfano, la città manca di valori, punti di riferimento e concretezza. “Serve un moto verso il miglioramento sociale, la giustizia e la sostenibilità”, sostiene. “Occorrono miglioramenti visibili e duraturi della qualità della vita cittadina”.
“Indire subito gli stati generali del centrodestra”
Sulla questione delle elezioni, Alfano si muove con fermezza, sottolineando l’importanza di fare “scelte di campo” e di chiarire le posizioni politiche in un panorama sempre più frammentato. Propone di indire subito gli stati generali del centrodestra per raccogliere tutte le forze politiche moderate e liberali, sottolineando l’importanza di avere una visione chiara per il futuro della città.
“La visione ci spinge a chiederci non solo come risolvere i problemi di oggi, ma anche come vogliamo che sia il nostro futuro e quali passi dobbiamo compiere per arrivarci”, conclude Alfano. “Senza una visione, rischiamo di rimanere intrappolati nella fumosa allegria di una festa di paese o tra le luci di Natale. Non siamo bambini al luna park, siamo cittadini di un luogo bellissimo che ha dimenticato la sua storia e che mortifica la sua identità”.