Il 14 aprile del 1981 alcuni killer della Nuova Camorra Organizzata assassinavano Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale. Fu ucciso a 38 anni per vendetta, su ordine Raffaele Cutolo, mentre rientrava a casa con la sua auto nei pressi dello svincolo dell’Arenella.
Salvia condannato a morte da Cutolo perchè “aveva osato perquisirlo”
Trattativa Stato-mafia per liberare il consigliere regionale DC, Ciro Cirillo
Una drammatica storia quella di Giuseppe Salvia caduta nell’oblio a causa di un’ipotetica trattativa Stato mafia, ipotesi avanzata secondo i contenuti proposti dal docufilm RAI “Le ultime parole del boss”: “Solo dopo due settimane l’omicidio Giuseppe Salvia deve essere dimenticato. Lo Stato ha bisogno di Raffaele Cutolo per liberare Ciro Cirillo e tratta alla pari con il capo della camorra offrendo piaceri, soldi finanche di fargli incontrare in carcere i suoi luogotenenti latitanti Vincenzo Casillo e Corrado Iacolare”.
Il CNDDU ricorda la figura di Salvia attraverso l’elaborato della studentessa Ludovica Berardi
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordarne la figura attraverso l’elaborato della studentessa Ludovica Berardi della classe III sez. C del Liceo Scientifico Filolao di Crotone.
“Giuseppe Salvia, vicedirettore e responsabile del reparto di massima sicurezza del carcere di Poggioreale a Napoli, ebbe l’incarico negli anni dove la Nuova Camorra Organizzata reclutava nel carcere stesso nuove persone. Raffaele Cutolo rientrando in carcere da un’udienza in un processo, come da regolamento, doveva essere perquisito; lui si rifiutò, allora il vicedirettore Salvia lo perquisì personalmente. Cutolo reagì tentando di “schiaffeggiarlo”.
Il boss della NCO prese questo gesto come una “sfida”, come se sminuisse la sua figura nel carcere. Tale azione compiuta da Giuseppe era necessaria per far capire che tutti i detenuti dovevano avere lo stesso trattamento, ma gli costò molto cara: era il 7 novembre del 1980.
Raffaele Cutolo, il mandante dell’omicidio scontò l’ergastolo, e giustizia venne fatta, ma non riporterà indietro un uomo che pur il suo incarico non perse la sua umanità, una persona buona e più che rispettabile.
Ricordiamo in questo giorno Giuseppe Salvia che pagò con la vita solo per aver fatto il suo lavoro e aver messo la giustizia al primo posto”.