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Sant’Antonio Abate, “La Sonrisa”: il Comune si affida ad legale esterno

Sant'Antonio Abate, il corteo di protesta in difesa dei lavoratori de "La Sonrisa". La Sindaca: "Proveremo a salvaguardare i livelli occupazionali, chiesto un incontro al Prefetto di Napoli”

Il Comune di Sant’Antonio Abate ha deciso di avvalersi di un consulente legale esterno specializzato in procedure amministrative per il caso de “La Sonrisa”. È ormai risaputo che La Sonrisa, conosciuta anche come “Il Castello delle Cerimonie”, è stata confiscata alla famiglia Polese per essere trasferita alla proprietà del Comune di Sant’Antonio Abate. La decisione della Cassazione ha posto di fronte al Comune un problema di estrema delicatezza, pertanto ha scelto di rivolgersi a Lorenzo Lentini, un avvocato di Salerno esperto in procedure amministrative.

Sant’Antonio Abate, confisca de “La Sonrisa”: il Comune si affida ad un consulente legale esterno

Il percorso giudiziario per stabilire la nuova destinazione La Sonrisa è complesso e tortuoso, e il Comune ha ricevuto dall’Alto Tribunale una grande responsabilità. La sindaca Ilaria Abagnale ha sottolineato più volte l’interesse della sua amministrazione nel tentare di preservare la situazione occupazionale, considerando che La Sonrisa lavorano oltre duecento persone, tra camerieri, cuochi, baristi, operatori di pulizia e receptionist. Dopo la decisione della Cassazione, il loro impiego è fortemente a rischio. Nonostante siano trascorsi diversi mesi dalla manifestazione in corteo, attualmente non è ancora chiara la sorte dei dipendenti.

Il caso del futuro dei lavoratori

Il Comune di Sant’Antonio Abate collabora sinergicamente con la Prefettura di Napoli, come dimostrato dall’incontro tra Ilaria Abagnale, sindaco di Sant’Antonio Abate, e Michele Di Bari, Prefetto di Napoli. Durante tale incontro, è stata espressa la volontà comune di preservare la situazione occupazionale. Il tentativo della famiglia Polese di ribaltare la sentenza rivolgendosi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo sembra essere fallito. Dopo decenni alla guida del “Castello”, è quasi certo che la famiglia Polese dovrà abbandonarlo, come una famiglia reale costretta in esilio. La Sonrisa è stata un punto di riferimento per l’intera comunità, e la sua chiusura segna la fine di un’epoca per Sant’Antonio Abate e non solo.

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