L’interesse per il rap è nato ad appena 5 anni quando alla radio ascoltava i brani dei “Co’Sang”, “Rocco Hunt”, “Clementino”, la “vecchia” guardia campana insomma. Cercando di nascondere la sua timidezza si racconta Paolo o meglio Paul come ha scelto di farsi chiamare.
Già a 12 anni scrive le prime rime, ma senza pubblicare nulla. A 16 anni si decide però a pubblicare i suoi primi singoli online ed arriva poi il primo album intitolato “Raccoon”. Tra gli altri al suo interno ci sono brani come ‘Nu cinema’, che raccontano la realtà che vive facendo similitudini con la cultura cinematografica napoletana. Tante citazioni, riferimenti a film di Totò, Eduardo e Massimo Troisi.
Proprio in questi giorni ha pubblicato un altro singolo dal titolo emblematico “Centro”. E Paul è impaziente di parlarcene: “Ho scritto questo testo focalizzandomi molto sulla mia motivazione e la mia ambizione, mettendo in contrasto anche diverse emozioni su una base che richiama suoni che possono essere definiti “imperiali”. Il punto era generare un brano il quale una volta messo in riproduzione facesse scaturire, nell’individuo che l’ascolta, la voglia di migliorarsi e fare quel “Centro” di cui parlo nel brano. Tanti ragazzi di periferia hanno un sogno e cercano motivazione e costanza grazie a delle passioni. C’è chi si migliora in palestra, chi si migliora giocando a pallone, chi con la musica”.
Dal suo raccontarsi si percepisce quanto per lui il rap sia terapeutico e sia stato la sua salvezza nei momenti difficili che ha attraversato durante l’adolescenza. Ed è proprio la musica che l’ha spinto a continuare.
“Voglio fare musica per dire qualcosa e far sentire bene quel ragazzino perso che ascolterà i miei brani e ho scelto di farlo col Rap”. Il suo interesse più grande è emozionare attraverso i suoi testi.
Paolo, che nei prossimi mesi è impegnato in live a Roma e a Milano, trasmette tanta voglia di comunicare con suoi coetanei e perché no anche con tutti gli adulti che fanno fatica ad avvicinarsi a questo nuovo modo di fare musica.