Sugli eventi drammatici che hanno portato un bimbo ad essere sbranato dai pitbull gli Animalisti Italiani chiedono di non sopprimere i cani.
“Chiediamo che i cani non vengano soppressi, ma affidati a chi sa realmente prendersene cura. Noi Animalisti Italiani Onlus siamo pronti ad accoglierli”. Così in una nota Walter Caporale, presidente della onlus Animalisti italiani, intervenendo sul caso del piccolo di 13 mesi ucciso da due pitbull a Eboli, nel Salernitano.
La morte del piccolo arriva a due giorni dall’aggressione subita da una 83enne di Padova aggredita da cinque dei suoi sette cani di grossa taglia. “Siamo sconvolti e rattristati – sottolinea Caporale – dalle terribili notizie provenienti da Eboli e Padova. Esprimiamo il più profondo cordoglio alle famiglie coinvolte in entrambi gli incidenti. Ma attenzione, non facciamo di tutta l’erba un fascio per colpevolizzare i pitbull. Non esistono razze aggressive, ma cani che, come gli uomini, possono ammalarsi, impazzire o aggredire a causa di situazioni problematiche o della negligenza umana.
Il caso di Eboli è emblematico: i tutori erano partiti, abbandonando i cani, lasciandoli per lungo tempo soli. Questo comportamento irresponsabile crea cani frustrati e potenzialmente pericolosi.
Il pitbull è un cane che ha bisogno di un capobranco (e non di un dominatore) che lo sostenga perché seppur dotato di una forza fisica impressionante, possiede una delicatezza caratteriale che lo rende particolarmente sensibile. L’abbandono ha generato un fattore di crisi emotiva esterna”.
Animalisti italiani evidenzia la necessità di “liberare dai pregiudizi” i pitbull e ogni altro cane simile perché “ogni quattrozampe, a prescindere dalla razza o dal genere, è un amico fedele e non aggressivo“.
Il pitbull “ha certamente un temperamento energico, ma non necessita di essere dominato, quanto piuttosto accolto, con responsabilità e autorevolezza. Con il giusto amore, rispetto ed educazione, diventano compagni di vita affidabili e generosi“.
Bimbo sbranato da pitbull, Animalisti Italiani: non sopprimere cani. Il patentino per alcune razze
Per la onlus è tempo di riconoscere “che non esistono cani cattivi, solo persone che non li trattano adeguatamente, con competenza e con il rispetto e l’amore che meritano“.
“Urge la necessità di una maggiore responsabilità da parte dei tutori degli animali e di un rigoroso rispetto delle normative relative al possesso e alla gestione corretta dei cani. È il trattamento e l’ambiente in cui vivono a determinare il loro comportamento. Una soluzione potrebbe essere la regolamentazione della gestione di alcuni tipi di cani con l’istituzione, come ha fatto per esempio il comune di Milano, di un patentino per la detenzione di alcune razze“, aggiungono ancora gli Animalisti Italiani.