San Giorgio a Cremano, pestato dal branco: famiglia sotto choc

"Certi fatti non dovrebbero più accadere ai giorni nostri", ha dichiarato il sindaco

Ancora sotto choc la famiglia del 13enne aggredito domenica sera al parco “Liguori” di San Giorgio a Cremano. Il sindaco Giorgio Zinno ha espresso la sua vicinanza alla famiglia e condannato senza riserve l’episodio di violenza. “Certi fatti non dovrebbero più accadere ai giorni nostri”, ha dichiarato. Il primo cittadino ha fatto sapere di essere stato contattato dal Prefetto di Napoli, Michele di Bari, che ha assicurato la massima attenzione al caso e ha garantito che la vicenda sarà portata all’attenzione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza.

San Giorgio a Cremano, 13enne pestato dal branco: la famiglia ancora sotto choc

Zinno ha poi lanciato un appello alla cittadinanza:Ognuno di noi deve fare la sua parte per creare una città inclusiva, ma gli organi preposti sono chiamati ad assicurare i responsabili alla giustizia. Pene giuste ma esemplari saranno utili a mostrare la giusta via a chi da piccolo incomincia a delinquere”.

Anche i genitori di San Giorgio a Cremano si sono mobilitati contro la violenza. “Stiamo organizzando un presidio a Piazza Troisi da fare a breve”, ha dichiarato Salvatore Petrilli, portavoce di Europa Verde a San Giorgio a Cremano e padre di due ragazzi.

Il sindaco: “Ha subìto un’aggressione da parte di un gruppo di codardi”

“Non possiamo lasciare sola questa famiglia. La vittima è un ragazzo di terza media. Sembra che lui abbia cercato di far riappacificare due ragazzini che avevano litigato qualche giorno prima. Poi domenica sera sono arrivati nel parchetto in via Aldo Moro una ventina di giovani, provenienza Ponticelli, che cercavano uno dei due litiganti. Hanno trovato e riconosciuto Lorenzo (che non aveva litigato) e lo hanno pestato a sangue”.

“Sarò in piazza con i cittadini di San Giorgio a Cremano”, ha spiegato il deputato Francesco Emilio Borrelli. “Perché i loro figli, come i figli di tutti i cittadini perbene, vanno tutelati da questi baby delinquenti spesso ‘addestrati’ in questo modo proprio dalle famiglie sbandate o di matrice criminale. Non possiamo far finta di nulla. Non possiamo aspettare che un ragazzino innocente venga ucciso. Non possiamo pensare che le famiglie di questi piccoli farabutti non abbiano responsabilità”.

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