I morsi alla nuca fatali per Francesco Pio. Ancora troppi i punti oscuri sulla tragedia di Eboli

Perché i soccorsi sono stati chiamati solo mezzora dopo l'aggressione? Ma ci sono anche altri aspetti che non tornano. Gli indagati accusati di concorso in omicidio colposo e omessa vigilanza

L’autopsia svolta ieri pomeriggio sul corpo del bambino a rivelato molteplici ferite al viso le gambe al collo, giudicate non mortali, la spina dorsale, altre ossa spezzate, ma i morsi alla testa gli sono stati fatali. Il piccolo, in braccio allo zio, è stato afferrato alle spalle e sbranato da due Pitbull di casa ed è morto in pochi minuti.

La testimonianza del veterinario intervenuto nella villetta: “Un ambiente un po’ desolante”

Siamo arrivati lì verso le 8:40 – dice il dott. Luigi Morena, medico veterinario – e abbiamo visto dei pezzi di scopa, che probabilmente sono serviti a distogliere il cane dall’aggressione, delle macchie di sangue è un ambiente un po’ desolante. Le colpe le stabilirà la giustizia – aggiunge il dott. Morena – ma i tre cani, credo, che non siano stati detenuti in una maniera consona per quella razza“.

Il sindaco di Eboli a dichiarato il lutto cittadino per oggi, 25 aprile, giorno dei funerali, e imposto una stretta sulle regole per chi possiede del molossi, cani pericolosi se non educati. Quello che resta è una tragedia di famiglia: il nonno, gli zii, ma soprattutto mamma Paola che cercano un conforto ormai difficile da trovare.

Cinque indagati per concorso in omicidio colposo e omessa vigilanza

Continuano, intanto, senza sosta, le indagini sulla morte di piccolo Francesco. La svolta nell’indagini arrivata lunedì sera dopo gli interrogatori e ha portato a cinque indagati. I due zii e la mamma di Francesco, presenti in casa al momento dell’aggressione, oltre ai due proprietari dei Pitbull, sono indagati per concorso in omicidio colposo e omessa vigilanza.

Gli inquirenti sono concentrati sulla ricostruzione della dinamica dell’aggressione e vogliono capire chi avesse in custodia i due animali. Sono diversi punti da chiarire a cominciare dall’orario in cui si è verificata una tragica aggressione, avvenuta intorno alle otto del mattino. “La chiamata è arrivata alle 8:29 minuti – fanno sapere dal 118 – siamo partiti subito e siamo arrivati in meno di dieci minuti da Eboli a Campolongo“.

Perché la chiamata il 118 è arrivata solo alle 8:29, cosa è successo in quei 29 minuti? Un’altra indiscrezione da verificare riguarda la presunta presenza di Paola, la mamma del piccolo, in una farmacia della zona proprio verso le otto del mattino di quel giorno: cosa ci faceva lì.

Ci sarebbe poi anche la testimonianza dei vicini di casa che quel giorno, poco dopo le otto, avrebbero sentito urla, liti, abbaiare di cani, ma non si sono allarmati perché, sembra, che episodi del genere fossero frequenti in quella villetta, sia di giorno che di notte. C’erano forse tensioni, malumori nella casa, potrebbero aver influito su quanto accaduto?

Nella villetta, gli animali sembra fossero liberi di muoversi senza limiti e regole

Durante i sopralluoghi, tenuti lunedì mattina dagli investigatori, nella villetta non sono stati trovati recinzioni, gabbie o museruole per la guardiania dei due cani, che in alcuni video vengono coccolati, accarezzati da chi se ne occupava, come fossero dei bambini. Il giorno della tragedia sembrava un giorno come tanti altri, come racconta una zia del piccolo: “Uscivano sempre a fare i bisogni, sembrava un giorno come tutti gli altri“.

L’impressione è che gli animali fossero liberi di muoversi senza limiti e regole precise,  affidati un po’ tutto il nucleo familiare presente nella villetta, ma ci sono altre cose che non tornano.

Mezzora di tempo prima di chiamare i soccorsi, perchè?

Perché la mamma e lo zio hanno deciso di aspettare i soccorsi invece di portare subito il piccolo in ospedale, a Campolongo, distante solo pochi minuti. Colpisce il fatto che tra gli indagati ci siano anche coloro che hanno provato a salvare in tutti modi piccolo Francesco, anche per questo occorre chiarire se davvero si occupassero loro dei cani.

Se fosse confermato che c’è uno spazio temporale di mezz’ora prima che siano stati chiamati i soccorsi, che poi arrivano prontamente, sarebbe un’ulteriore grave responsabilità. Restano oggettivamente delle cose che non tornano ed è il motivo per cui vengono fatti tutti questi approfondimenti, probabilmente l’autopsia potrà essere dirimente. Sicuramente i vicini sentono l’abbaiare, molto forte, intorno alle otto, la stessa nonna parla di un incidente intorno alle 8. C’è quindi questa mezz’ora che non torna, ma c’è un’altra cosa che non torna nella ricostruzione finora ottenuta.

Altro interrogativo da chiarire: perchè lo zio non presenta ferite o morsi alle braccia?

Ancora troppi i punti oscuri sulla tragedia di EboliLo zio dice di avere avuto tra le braccia il piccolo. Ora, premesso che, addestrati o non addestrati, educati o meno, già è difficile che i cani attacchino la persona che normalmente gli dà da mangiare, ma appare molto strano che i due molossi gli abbiamo strappato il bambino senza ferire lui. Il giovane zio non presenta ferite o morsi alle braccia, ha solo una ferita al ginocchio e poichè ha riferito agli inquirenti di aver tentato di sottrarre il bambino alla ferocia dei due cani, questo particolare appare quanto meno ancora da chiarire, da verificare.

Tra quanti stanno indagando e commentando il tragico episodio, cominciano a palesarsi una serie di ipotesi: il bambino era da solo? C’era in corso un gioco che poi si è rivelato pericoloso? Ci sono quindi una serie di cose da capire prima di chiudere totalmente il cerchio.

Per i cinque indagati che tipo di responsabilità potrebbero configurarsi?

Per il diritto ci sono due tipi di responsabilità, quella in sede civile con l’articolo 2052 per l’omessa sorveglianza e quella in sede penale per l’obbligo giuridico di impedire l’evento. Quest’ultimo rispecchia quello che è il dettame normativo, in quanto l’articolo 40 dice che non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo e quindi si parlerebbe di omicidio colposo.

Le indagini verificheranno anche i tati telefonici

La nonna Alfredina, che è la nonna paterna, ha ribadito per ben due volte di aver ricevuto la telefonata che l’avvisava di quanto accaduto 8,10 di mattina. Altro dato sicuro è quello delle 8,29, che è l’orario della chiamata che è arrivata al 118. Quindi ci sono almeno 19 minuti che sono inspiegabili. Perché hanno aspettato così tanto a chiamare i soccorsi? Ovviamente su questo si sta indagando, come su tutti gli altri interrogativi evidenziati. Inoltre chi sta indagando incrocerà i dati telefonici. I tempi e le celle agganciate del telefono della madre, che ha chiamato Gaia, la proprietaria dei cani, anche lei avvisata di quanto accaduto nell’immediato. E poi i dati del telefono di nonno Franco, che era fuori dal dal cancello e ha chiamato i suoi parenti.

Tutto questo mostrerà un quadro che sarà più vero su quanto realmente accaduto nella tragica mattinata del 22 aprile a Campolongo di Eboli.

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