Il 22 e 23 aprile si è tenuto, all’interno dell’Erbil International Hotel, il Gender Council della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ), dove non solo è stato chiesto un ambiente di lavoro più sicuro e più equo per tutte le donne, ma è stata anche adottata la Dichiarazione di Erbil. L’incontro, che si è svolto sia da remoto che in presenza, è stato ospitato dal Sindacato dei giornalisti del Kurdistan (KJS), appunto nella città di Erbil, nella Regione del Kurdistan.
La due giorni è stata voluta anche per celebrare la giornata della libertà di stampa nel Kurdistan iracheno: si è parlato di violenza e molestie sul lavoro, del ruolo delle donne in veste di leader (leadership) nei sindacati e nei media, del divario retributivo con gli uomini, nonché delle possibilità e del modus operandi per promuovere trasparenza salariale, ricordando che l’uguaglianza di genere rimane una battaglia importante per l’IFJ. “Nelle nostre regioni sono stati avviati numerosi progetti di sostegno per promuovere la sicurezza delle donne e il loro benessere nelle redazioni e sul campo”, affermano dalla Federazione internazionale dei giornalisti.
La riunione ha visto anche la partecipazione di Amal Toman, del Sindacato giornalisti palestinesi, nella sua relazione “La vita come una giornalista donna a Gaza”.
“Costruire la capacità delle giornaliste: abbattere le barriere alla leadership sindacale e combattere la violenza e le molestie”, l’incontro nel Kurdistan iracheno
Queste giornate intense si sono concluse con l’adozione, da parte del Consiglio di Genere della Federazione Internazionale dei Giornalisti, della “Erbil Declaration“, con la quale è stato richiesto non solo di migliorare la sicurezza e di raggiungere l’uguaglianza per le giornaliste, ma anche di rivedere gli obiettivi della Dichiarazione di Pechino del 1995, oltreché di promuovere una maggiore uguaglianza di genere nei sindacati (lavoro che dovrà svolgere la Federazione internazionale giornalisti).
Va ricordato che il Governo dell’Iraq nel 2005 ha istituito il Ministero di Stato per gli affari femminili, nel 2009 il Consiglio supremo per le donne e lo sviluppo nella Regione del Kurdistan, al fine di avere un’istituzione nazionale votata all’emancipazione e al progresso delle donne irachene.
Il testo integrale della Erbil Declaration
ERBIL DECLARATION – GENDER COUNCIL
“Noi partecipanti ci siamo riuniti a Erbil alla conferenza di medio termine del Gender Council del 22-23 aprile 2024, con la presente dichiariamo
Condanniamo:
- 1) I pericoli vissuti dalle giornaliste in molte parti del mondo, che mettono a rischio la propria vita e la propria salute quando svolgono il proprio lavoro, mentre mantengono i membri delle loro comunità e dei loro paesi informati. Condanniamo in particolare le situazioni in Palestina e Ucraina. È inaccettabile che la morte sia un rischio professionale per coloro che raccontano il mondo che li circonda.
- 2) Le molestie sui social media e la violenza contro le giornaliste nelle redazioni, ma anche quando raccolgono notizie fuori dai loro uffici.
- 3) Gli ostacoli incontrati dalle giornaliste nell’accesso alle posizioni di manager nei media e nelle proprie organizzazioni professionali. La precarietà ed il divario retributivo di genere rovina la vita di molte giornaliste.
- 4) La mancanza di progressi nel raggiungimento degli obiettivi definiti nella Dichiarazione di Pechino, la quale prometteva progressi verso l’uguaglianza nei media, che venne adottata quasi 30 anni fa.
Chiediamo:
- 1) Il potenziamento delle misure a tutela delle giornaliste nella libertà e nell’esercizio sicuro della professione, nonché indagini e la completezza delle informazioni riguardo alle molestie e alle violenze laddove si verificano.
- 2) L’attuazione di misure di parità nei media e nei sindacati per facilitare l’accesso delle giornaliste anche a posizioni di responsabilità come progresso nella contrattazione collettiva per superare il divario retributivo e migliorare la situazione delle condizioni di lavoro delle giornaliste.
- 3) Rivedere gli obiettivi della Dichiarazione di Pechino in relazione ai media per esercitare pressioni sui governi e sulle imprese affinché promuovano l’uguaglianza abbattendo gli stereotipi di genere.
Chiediamo all’IFJ di:
- 1) Continuare a compiere progressi sull’uguaglianza di genere in stretta collaborazione con il Gender Council, inoltre cercare progetti e finanziamenti per tutte le regioni.
- 2) Sollecitare e responsabilizzare gli affiliati a condurre campagne per l’uguaglianza di genere e per facilitare la formazione delle donne e la loro integrazione nelle posizioni di leadership.
- 3) Rafforzare la collaborazione con organismi internazionali come l’ONU e l’UNESCO nonché con la Confederazione mondiale ed europea dei sindacati. Anche con altri movimenti e reti delle donne come GAMAG (Global Alliance on Media and Gender, ndr.)”.