Tensione sul lungomare di Napoli pochi minuti prima della presentazione del libro “Il coraggio vince” di Roberto Vannacci. Un gruppo di manifestanti, un corteo di una trentina di giovani che protestavano per la presenza a Napoli del generale candidato alle Europee con la Lega, e al grido di “Odio Vanancci”, con uno striscione con la frase “Vannacci Napoli non ti vuole, fattene una ragione”, ha provato a raggiungere il teatro di Arte Vesuvio dove era prevista la presentazione.
No-Van e forze dell’ordine a contatto. Non ci sono stati feriti
Alcuni hanno lanciato dei palloncini pieni d’acqua contro gli agenti e hanno tentato di superare le transenne, anche colpendo i loro scudi con aste di bandiera, ma i poliziotti li hanno contenuti con una carica di alleggerimento. Dopo pochi minuti la tensione elevata è andata scemando riportando la protesta entro limiti di normalità. Non risultano feriti.
Dal corteo in molti hanno lamentato una “repressione del dissenso“.
Vannacci: “Questa è la democrazia degli antifascisti…”
“Mi colpisce che sia necessario un cordone di sicurezza delle forze dell’ordine quando si viene a presentare un libro. Non è degno di un paese civile, democratico e libero come l’Italia si definisce”. Lo ha detto Roberto Vannacci durante la presentazione del suo libro a Napoli, commentando la protesta contro la sua presenza a Napoli: “Fa parte della censura fisica e morale che vige in questo Paese. Questa è la democrazia degli antifascisti…”.
“Purtroppo capita che, nella democrazia nella quale viviamo – ha aggiunto Vannacci – i locali che ospitano le mie presentazioni vengano addirittura minacciati. E’ successo a Verona, dove il proprietario ha dovuto desistere, è successo a Mantova dove hanno rinunciato, ma la presentazione verrà spostata in un altro locale. Anche questa tecnica di cercare di censurare, di attribuire frasi che non sono quelle vere, si sta rivelando un’attività che suscita risultati opposti a quelli che si propone”.
Il generale ha invitato i contestatori a presentare i loro pensieri in maniera pacata per ricevere risposte e chiarimenti “pacati”
Inutile definirsi antifascisti, “anti-qualcosa che non esiste da 100 anni”
“Io non mi sono mai definito antifascista perché non credo che sia utile nel definirsi tale, non è richiesto da nessuna norma, da nessuna legge. Il fascismo è finito 100 anni fa e quindi non si è anti-qualcosa che non esiste”, ha aggiunto Vannacci. “Il giuramento che prestano sia i politici che i militari non richiede di dichiararsi antifascista, questa è una dichiarazione pretestuosa che serve ad alcune persone per assegnare una certificazione di qualità, di cittadini di serie A o serie B”, ha aggiunto il generale.
“Mai proposte classi separate per i disabili”
Vannacci ha poi parlato del caso classi separate per i disabili. “Scusarmi? No, perché non ho mai detto che i disabili devono andare in classi separate, per cui non vedo perché mi debba scusare per qualcosa che non ho detto e che non penso. Quello che io ho detto è facilmente leggibile nell’intervista stessa. Il titolo non l’ho fatto io ma lo ha fatto il giornalista che in maniera molto pretestuosa e strumentale ha interpretato in maniera totalmente erronea le mie parole”.
Arcigay Napoli presenta esposto contro libro Vannacci
Intanto l’Arcigay Napoli ha presentato un esposto alla Procura di Napoli “perché la magistratura valuti se sussistono i presupposti per ritenere che il volume “Il mondo al contrario” di Roberto Vannacci, autopubblicato dal generale nell’agosto del 2023, sia un pericoloso veicolo di propaganda di idee, azioni, attività e comportamenti omofobi, sessisti e razzisti“. Lo annunciano Antonello Sannino e Massimo Arcangeli, dell’ufficio di presidenza di Antinoo Arcigay Napoli, autori dell’esposto.
“Nel riporre piena fiducia nell’operato della magistratura, e nei valori di uno Stato costituzionale che non può consentire in particolare a nessun cittadino italiano, tantomeno a un generale delle Forze Armate, il diritto di rivendicare sentimenti di odio e di disprezzo nei confronti di minoranze giudicate “non normali”, con inequivocabile riferimento alle comunità LGBTQIA+, i sottoscritti richiamano nel contempo tutti al senso di responsabilità, fuor della logica degli opposti estremismi, perché sia lo Stato di diritto ad adottare o a predisporre, per il tramite dei nostri ordinamenti, e con gli strumenti istituzionali di cui dispone, le misure confacenti al caso”, aggiungono in una nota Sannino e Arcangeli.