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Giornata libertà di stampa? A Gaza uccisi più di 120 giornalisti

Giornata libertà di stampa A Gaza uccisi più di 120 giornalisti

Il Presidente del Sindacato dei giornalisti palestinesi (PJS) e vicepresidente della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ), Nasser Abu Baker, riceve il Premio Premio Mondiale per la Libertà di Stampa Guillermo Cano dell'UNESCO a nome dei suoi colleghi di Gaza. Foto: Zuliana Lainez/IFJ

Oggi sarebbe la Giornata mondiale della libertà di stampa 2024, giusto? Bene, anzi male, peggio ancora, malissimo! “Un numero crescente di governi e autorità politiche non stanno adempiendo al proprio ruolo di garanti del miglior ambiente possibile per il giornalismo”, lo denuncia l’organizzazione Reporter Senza Frontiere (RSF), rimarcando che la libertà di stampa in tutto il mondo viene “minacciata proprio da coloro che dovrebbero esserne garanti: le autorità politiche”. E’ quanto emerge dall’ultimo World Press Freedom Index 2024 (Indice annuale sulla libertà di stampa mondiale prodotto da RSF, ndr.). Nel frattempo sia la RSF che la Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ), il Sindacato dei giornalisti palestinesi (PJS), nonché il Comitato per la tutela dei giornalisti (CPJ), diffondono nuovamente i dati dei colleghi uccisi nella Striscia di Gaza, sono oltre 120 in poco più di 7 mesi.

Breve parentesi per la nostra Nazione che, in base al Rapporto 2024 di RSF sulla libertà di stampa, retrocede addirittura dalla 41esima, che già non era certamente esaltante, alla 46esima posizione.

Secondo i rapporti delle Nazioni Unite, a partire dal 7 ottobre 2023, hanno perso la vita sotto i bombardamenti delle Forze di difesa israeliane (IDF) oltre 122 giornalisti e operatori dei media, molti altri sono rimasti feriti. Anche questa informazione viene resa pubblica, non solo dal Comitato per la tutela dei giornalisti, ma anche dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (ICIJ), i quali ricordavano già a febbraio che oltre il 75% di tutti i giornalisti uccisi nel 2023 sono morti a Gaza.

Mentre ActionAid ha pubblicato un articolo che raccoglie alcune testimonianze il cui titolo racconta già tutto: “Gaza, il luogo più pericoloso della terra per i giornalisti”.

Giornata mondiale della libertà di stampa 2024. Il Premio Guillermo Cano va ai giornalisti di Gaza

Il Premio Mondiale per la Libertà di Stampa Guillermo Cano è stato assegnato ai giornalisti di Gaza giovedì 2 maggio a Santiago del Cile, nell’ambito della Giornata mondiale della libertà di stampa. E’ stato Nasser Abu Baker, presidente del Sindacato dei giornalisti palestinesi (PJS) e vicepresidente della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ), a ricevere il premio dell’UNESCO a nome dei suoi colleghi di Gaza.

I giornalisti palestinesi ne pagano il prezzo

Parole interessanti sono state quelle che Azmat Khan ha espresso all’ICIJ alcune settimane fa, che ci fanno comprendere a pieno al situazione di difficoltà estrema a cui è chiamato chi vuole mettere al corrente dei fatti e delle verità dei massacri che stanno avvenendo nella Striscia di Gaza.

La giornalista statunitense, che ha vinto il Premio Pulitzer nel 2022, ha spiegato che a differenza dei conflitti che lei stessa ha coperto in Siria, Afghanistan e Iraq, quello che accade a Gaza è ben differente. Infatti in quell’area la maggior parte dei servizi sul campo provengono proprio da giornalisti locali palestinesi, i quali hanno studiato giornalismo in Occidente e hanno collaborato con i principali organi di informazione internazionali. Cosa che non avveniva invece negli altri conflitti dove la popolazione aveva accesso alle informazioni tramite reporter occidentali, legati ad agenzie di stampa, testate e media occidentali, che operavano con il supporto delle basi militari occidentali.

Dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi chiariscono inoltre che “i pesanti attacchi aerei e il passaggio limitato a Gaza da parte dell’IDF hanno reso quasi impossibile per i mezzi d’informazione stranieri inviare corrispondenti, lasciando prevalentemente giornalisti locali a testimoniare da soli, sperimentando anche la devastazione e l’insicurezza della guerra”.

La Federazione internazionale dei giornalisti condanna l’uccisione dei colleghi

La IFJ il 3 maggio, ha condannato fermamente l’uccisione ed il massacro di più di 100 giornalisti e operatori dei media dall’inizio delle nuovo conflitto israelo-palestinese (7 ottobre 2023). La Federazione internazionale parla di “attacco prolungato alla libertà di stampa e al diritto del mondo alla conoscenza, così come gli arresti arbitrari e le intimidazioni”. Invita inoltre i governi di tutto il mondo, e in particolare il governo israeliano, a proteggere la vita dei giornalisti e la libertà di stampa in conformità con gli obblighi internazionali.

La slide della IFJ per il 3 maggio e le dichiarazioni per la Giornata mondiale della libertà di stampa 2024

“È una questione di interesse pubblico globale che non solo i giornalisti locali ma anche quelli internazionali testimonino e documentino la guerra in corso a Gaza”, afferma il segretario generale dell’IFJ Anthony Bellanger.

“Prolungare il divieto di ingresso nell’enclave – aggiunge Bellanger –  significa negare al mondo un quadro fedele degli eventi a Gaza e viola deliberatamente la libertà di stampa. Questo è il motivo per cui, nella Giornata mondiale della libertà di stampa, chiediamo a Israele di smettere di prendere di mira i giornalisti e di violare la libertà di stampa, azioni che non sono adatte a una democrazia”.

La slide della IFJ per il 3 maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa 2024

“Dall’adozione della Dichiarazione di Windhoek nel 1991, poco è stato fatto per tutelare meglio i giornalisti nel diritto o nelle convenzioni internazionali. La libertà e la sicurezza di cui i giornalisti hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro sono assenti in molte parti del mondo”, dichiara il presidente dell’IFJ Dominique Pradalié.

“Oggi Israele – dice Pradalié – sembra determinato a mettere a tacere i giornalisti di Gaza, anche a prenderli di mira. I crimini contro i giornalisti non devono rimanere impuniti. Esortiamo i governi di tutto il mondo a riconoscere pubblicamente il loro sostegno a uno strumento internazionale vincolante che protegga i giornalisti”.

“Adottando tale Convenzione contro l’impunità, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite affermerà inequivocabilmente che i massacri contro i giornalisti, come quello in corso a Gaza, non si ripeteranno”, conclude il Presidente della Federazione Internazionale dei Giornalisti.

(RSF, World Press Freedom Index 2024), (International Consortium of Investigative Journalists), (Dichiarazione di Windhoek),

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