La Penisola Sorrentina, magia e fascino senza tempo

Un territorio la cui fama ha varcato ogni confine, quello della Penisola Sorrentina, che si estende da Castellamare di Stabia a Punta Campanella

La Penisola Sorrentina, magia e fascino senza tempo: un territorio la cui fama ha varcato ogni confine

Un luogo incastonato tra il Golfo di Napoli e il Golfo di Salerno, famoso nel mondo non solo per la sua bellezza ineguagliabile, ma anche per essere associato a canzoni della tradizione musicale partenopea – una su tutte Torna a Surriento – ispirate da emozioni struggenti e sublimate da interpreti indimenticabili.

La Penisola Sorrentina, magia e fascino senza tempo

Una penisola nella penisola, che, ai viaggiatori del Gran Tour e agli scrittori dell’Ottocento, prima dell’urbanizzazione iniziata nel secondo dopoguerra, doveva apparire un dipinto impressionista, con i suoi borghi caratteristici, la luce che si riflette sulle scogliere, il colore del tufo che caratterizza i promontori degradanti sul mare e gli agrumeti che punteggiano di giallo e di arancione lo sfondo.

Non è un caso che il pittore Pierre-Auguste Renoir, per citare solo un nome, abbia scelto di soggiornare a Sorrento e si sia appassionato ai giardini e ai paesaggi della costiera, cercando di fissarne la bellezza sulla tela. Come lui, innumerevoli protagonisti della cultura internazionale hanno fatto tappa in questa terra. Da Dickens a Tolstoj, a Ibsen e molti altri che, con le loro testimonianze, hanno contribuito a creare nell’immaginario collettivo il mito di Sorrento e del territorio circostante: un patrimonio da preservare, luogo dell’anima, di pace e contemplazione.

Un territorio la cui fama ha varcato ogni confine

Oggi molto è cambiato. Sorrento e gli altri centri della penisola sono presi d’assalto dai turisti, continuando a incantare i visitatori, non solo per le bellezze naturali, ma anche per le innumerevoli storie che continuano ad alimentarne il mito. Come la presenza, negli anni Venti, del tenore Enrico Caruso, il cui ricordo riecheggia ancora nella suite dell’hotel in cui trascorse i suoi ultimi giorni di vita e dove, nell’estate del 1980, Lucio Dalla compose il brano Caruso, rendendo la “vecchia terrazza davanti al Golfo di Surriento” famosa a tutte le latitudini.

Ci sono poi le storie legate al cinema, a cui la penisola ha fatto da cornice. Primo fra tutti lo storico Pane amore e…, diretto da Dino Risi nel 1955, protagonisti Vittorio De Sica e una giovane Sophia Loren non ancora diva acclamata. Il film fu girato a Sorrento, nel borgo di pescatori di Marina Grande, che ha mantenuto intatto il fascino di quegli anni e dove c’è ancora chi ricorda l’entusiasmo e la partecipazione della popolazione per le riprese del film e la presenza di tanti divi del cinema.

Marinai, ammiragli e maestri d’ascia

La Penisola Sorrentina è stata, inoltre, da sempre terra di marinai, ammiragli e maestri d’ascia, questi ultimi rimasti in pochi, ma, per questo, ancora più apprezzati. Un mestiere, il loro, che vede l’artigianato diventare arte, e grazie al quale le barche da diporto o destinate ai pescatori vengono costruite con la stessa passione di una volta, al passo con l’evoluzione delle linee e del design.

Lo stesso può dirsi dell’intarsio, altra importante anima della Penisola Sorrentina. Ancora oggi, gli scalpellini rimasti e che perpetuano la tradizione di famiglia, cercano la materia prima nelle cave di tufo, usate nei secoli soprattutto per conservare i preziosi agrumi locali, e lo utilizzano per opere di artigianato o per il recupero di facciate e portali di antiche architetture civili e religiose, un tempo edificate in pietra lavica. Esempi, quelli citati, di legame forte con la propria terra che, nel lavoro dei suoi artigiani, riflette una potente spiritualità.

Viviana Rossi

Foto di falco da Pixabay

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