Cercola, malaffare politico-mafioso per le elezioni comunali 2023

Sette arresti. L'inchiesta: "La democrazia era all'asta". Il tariffario della compravendita delle preferenze elettorali era ben definito: trenta euro a voto per la prima tornata elettorale, venti per il ballottaggio

Rivelazioni sconcertanti sul malaffare politico-mafioso per le elezioni amministrative del maggio 2023 di Cercola. L’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco e dalla Direzione Distrettuale Antimafia ha portato alla luce un sistema corrotto e pervasivo, in cui il voto dei cittadini veniva comprato e manipolato a fini illeciti.

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Figurano anche un consigliere della municipalità 6 di Napoli e la figlia di un boss ergastolano, all’epoca rappresentante della lista “Europa Verde”, tra le sette persone arrestate. Nessuno degli arrestati ricopre incarichi nell’amministrazione comunale di Cercola. Uno, però, Sabino De Micco risulta essere consigliere della Municipalità 6 di Napoli.

Tra gli arrestati figura Antonietta Ponticelli, all’epoca rappresentante della lista “Europa Verde” ma soprattutto figlia dell’ergastolano Gianfranco Ponticelli, quest’ultimo ritenuto a capo dell’omonimo clan. È stata proprio lei ad attirare l’attenzione della Polizia Locale che poi inoltrato una segnalazione: la donna, infatti si è presentata con decine di deleghe per ritirare una trentina di tessere elettorali di cittadini che ne avevano dichiarato di averle smarrite.

Sette arresti. L’inchiesta: “La democrazia era all’asta”

La trama di questo scandalo è complessa e intricata, coinvolgendo personaggi politici e affiliati alla criminalità organizzata. Il tariffario della compravendita delle preferenze elettorali era ben definito: trenta euro a voto per la prima tornata elettorale, venti per il ballottaggio. Tuttavia, nonostante gli ingenti investimenti economici da parte dei clan mafiosi, il risultato elettorale non è stato favorevole alle loro aspettative.

Tra gli arrestati spiccano figure di spicco legate alla politica locale e ai clan camorristici. Con una perfetta organizzazione e suddivisione di compiti, hanno creato un meccanismo mirato ad inquinare l’esito delle elezioni amministrative del comune di Cercola.

Episodi di corruzione elettorale nel 2020

Le indagini hanno svelato anche episodi di corruzione elettorale nel 2020, confermando l’attività pervasiva dei clan mafiosi nel territorio. Il colonnello Andrea Leo, comandante del reparto operativo Nucleo Investigativo provinciale di Napoli, e il colonnello Grimaldi Pantaleone, comandante del gruppo dei Carabinieri di Torre Annunziata, hanno sottolineato la pericolosità di queste organizzazioni criminali, prive di ideologia e interessate unicamente al proprio tornaconto.

La democrazia a Cercola era, dunque, “all’asta”, come affermano le autorità. La collusione tra mafia e politica, evidenziata anche durante il controllo dei seggi elettorali, ha gettato un’ombra oscura sulla regolarità delle elezioni e sull’integrità delle istituzioni locali. Nonostante i tentativi di avvicinare il candidato vincitore, il risultato elettorale è stato sconveniente per i clan mafiosi, che hanno visto sfumare i propri interessi.

Gli arresti in carcere

Gli arresti in carcere sono stati notificati a Giuseppina De Micco, 50 anni, Sabino De Micco, 25 anni, Giusy De Micco, 30 anni, Antonietta Ponticelli, 43 anni, Salvatore Capasso, 45 anni, e Pasquale De Micco, 51 anni. Domiciliari invece per Giovanni De Micco, 75 anni. Le indagini inoltre hanno consentito di fare piena luce sul cartello camorristico “Mazzarella-De Micco-De Martino-Aprea”, che opera nei quartieri Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio di Napoli. Come già accennato, sono stati documentati dai Carabinieri anche episodi di corruzione elettorale nel 2020 ad opera del clan De Luca Bossa-Minichini e il pestaggio di un pregiudicato del quartiere Caravita di Cercola, accusato di avere acquistato voti per un candidato al consiglio regionale della Campania senza avere versato una tangente alla camorra.

Sono clan pervasivi, senza ideologia, senza interesse politico, il loro unico interesse è infiltrarsi per trarne vantaggi: a Cercola la democrazia era all’asta”. Così il colonnello Andrea Leo, comandante del reparto operativo nucleo investigativo provinciale di Napoli, e il colonnello Grimaldi Pantaleone comandante del gruppo dei carabinieri di Torre Annunziata, nel corso di una conferenza stampa indetta dal procuratore di Napoli Nicola Gratteri dopo gli arresti.

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