Scioglimento del comune di San Giuseppe Vesuviano: tutto da rifare. Con sentenza numero 4069/2024 il Consiglio di Stato rimette tutto in discussione. Il provvedimento rimanda gli atti a un nuovo collegio giudicante del Tar del Lazio che dovrà pronunciarsi nuovamente sul decreto del Consiglio dei Ministri del 9 giugno del 2022, che mandò a casa “con infamia” l’amministrazione Catapano.
Annullata la sentenza dello scorso novembre che confermava lo scioglimento
Nel novembre 2023 il Tar del Lazio, nel respingere il ricorso proposto dagli ex amministratori, sentenziava che: “Nessuna illegittimità nel procedimento che nel giugno 2022 portò allo scioglimento del Comune di San Giuseppe Vesuviano per accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata” e confermava lo scioglimento. Dopo pochi giorni da quella seconda – a detta di Catapano ingiusta – “mazzata”, l’ex sindaco, che fino a quel momento si era dichiarato “fiducioso nella giustizia”, impugnando quella sentenza, annunciava il ricorso al Consiglio di Stato, definendo la sentenza “uno scioglimento con il fantasma”.
L’odierna sentenza annulla quella decisione di sette mesi fa e ridà speranza agli e amministratori che avevano firmato il ricorso contro quello che tuttora definisco uno “scioglimento politico“.
San Giuseppe resta commissariato per infiltrazioni mafiose
Ora, una nuova sezione del tribunale amministrativo dovrà rivalutare la questione, ma nel frattempo San Giuseppe Vesuviano resta comune sciolto per infiltrazioni mafiose. Infatti, pur accogliendo il ricorso, l’Ente resterà guidato dai commissari straordinari fino a che non verrà eletto un nuovo sindaco, ormai tra circa un mese, mentre in città la campagna elettorale è nel pieno della bagarre.
Reazioni ovviamente opposte dai diversi schieramenti in campagna elettorale
La notizia ovviamente ha subito suscitato reazioni opposte e mentre dalla parte che si ritiene lesa da quel provvedimento viene accolta con entusiasmo, dall’altra si parla di un’onta che tuttora resta su tutta la comunità e che dopo altro tempo perso nulla cambierà.
Per l’ex vicesindaco Andreoli, oggi in corsa per la carica di sindaco, questo nuovo capitolo della vicenda scioglimento è tutto fieno da mettere in cascina per presentarsi ancora a testa più alta ai propri elettori sotto una luce sicuramente diversa.
Laboccetta: “L’amministrazione Catapano non andava sciolta”
A sostenere una volta di più la tesi dell’ingiusto scioglimento arriva anche l’on. Amedeo Laboccetta, presidente di Polo Sud, che in una nota, dichiara: “L’Amministrazione comunale di San Giuseppe Vesuviano non andava sciolta. Con la sentenza arrivata proprio in queste ore, infatti, il Consiglio di Stato ha certificato che il sindaco Vincenzo Catapano ha sempre amministrato nel rispetto della legalità e della correttezza. Non così, purtroppo, chi ha tramato politicamente contro di lui per giungere all’ingiusto scioglimento. Bene ha fatto, dunque, la suprema istanza della giustizia amministrativa a chiarire che alla base di un provvedimento così grave per l’attività e l’immagine di un ente locale e della sua comunità devono sussistere valide, fondate e comprovate ragioni e giammai voci, dicerie e illazioni. Tanto più se si considera che atti così gravi incidono su diritti fondamentali per la nostra democrazia.
Viene perciò da chiedersi se lo scioglimento regolamentato dall’articolo 143 del Tuel non sia diventato negli ultimi anni uno strumento esclusivamente finalizzato ad abbattere sindaci ed amministrazioni scomodi”.
L’ex sindaco Ambrosio: “L’onta su tutta la comunità resta, vergognosa la candidatura di Andreoli”
Dall’altra parte della barricata, l’ex primo cittadino Antonio Agostino Ambrosio, all’opposizione durante tutto il mandato di Catapano, sui suoi canali social ha commentato così la decisione del Consiglio di Stato: “C’è poco da rallegrarsi, l’onta dello scioglimento per camorra causato da Catapano e company ai danni della città è ancora attuale. La causa tornerà al TAR Lazio con tutte le lungaggini del caso. Così stando le cose, la candidatura a sindaco dell’ex vicesindaco Tommaso Andreoli, attorniato da candidati, molti di questi legati all’amministrazione sciolta per camorra, è a dir poco vergognosa ed appare come una sfrontata sfida allo Stato”.
Catapano: “Un atto di giustizia dopo due anni di sofferenze”
Dal canto suo l’ex sindaco Vincenzo Catapano parla di “un atto di giustizia dopo due anni di sofferenze”. Lo stesso aggiunge che il provvedimento del Consiglio di Stato “evidenziata la completa estraneità della nostra amministrazione rispetto a quanto ci viene contestato”. E ripete “Nella relazione di scioglimento non viene riportato alcun “incontro”, nessun “contatto” tra un qualsiasi amministratore ed un esponente della camorra e non viene mai menzionato il nominativo di alcun soggetto che, per conto e nell’interesse della camorra, avrebbe sottomesso o resa omissiva la volontà della amministrazione”.
La nuova sentenza si avrà, probabilmente tra circa 6-7 mesi. Catapano intanto ribatte: “Negli anni siamo stati impegnati per combattere la camorra. Abbiamo piena fiducia nella giustizia affinché si restituisca verità e giustizia alla nostra comunità. Tutte le 16 ditte indicate nel decreto di scioglimento – conclude l’ex sindaco – sono dotate di certificazioni antimafia rilasciate dalle Prefetture e ben 7 di esse sono iscritte nella White list antimafia, alcune lavorano ancora per il Comune”.
Il Consiglio di Stato solleva dubbi sullo scioglimento e sulla legge stessa
La sentenza del Consiglio di Stato ha sollevato delle importanti questioni procedurali riguardo alla decisione del Tar e direttamente anche alla stessa legge sugli scioglimenti degli enti locali. Emerge che la decisione del Tribunale Amministrativo del Lazio non ha tenuto pienamente conto delle memorie difensive, sollevando dubbi sulla sua validità. Questo ha portato il Consiglio di Stato a ribadire la necessità di una revisione, aprendo la porta a una nuova valutazione del caso. La situazione richiama un precedente simile avvenuto lo scorso novembre nel Comune di Castellammare di Stabia, dove un ricorso simile ha portato a una revisione della sentenza.
In ogni caso la sentenza che arriverà quando il comune avrà già ampiamente un nuovo sindaco, servirà solo a fare definitivamente luce su tutta la vicenda, ridando dignità o condannando definitivamente l’amministrazione sciolta. Al momento intanto continua la lotta tra i tre contendenti: Tommaso Andreoli, vicino alle posizioni dell’amministrazione Catapano, Vincenzo Sangiovanni, riferimento dei gruppi di opposizione e Michele Sepe sostenuto dal campo largo.
Gennaro Cirillo