Giovanni Taranto con Carlo Lucarelli e Franco Forte

Dal 23 al 26 maggio Napoli è stata di nuovo la capitale italiana del noir, del poliziesco e del “crime”, con il “Festival del giallo” arrivato alla sua terza edizione. Alla Floridiana l’intensa kermesse organizzata da Ciro Sabatino, con la presidenza di Maurizio de Giovanni e la “spina dorsale” costituita da Gialli.it e dalla libreria IoCiSto.

Lo scorso anno, nella seconda edizione della manifestazione, Taranto si aggiudicò il Premio Nazionale “Mysstery” con la seconda indagine del Capitano Mariani: “Requiem sull’ottava nota” (Avagliano editore).

‘O Capitano e il “cugino” Commissario Soneri

Stavolta “’o Capitano”, protagonista anche del suo terzo romanzo, “Mala fede” (Avagliano editore), anzitutto ha avuto occasione di ritrovarsi con Carlo Lucarelli, che del libro ha firmato un entusiastico strillo di lancio. E poi di fare un briefing – per così dire – con un collega d’eccezione. Un “cugino” della Polizia di Stato, che da diversi anni opera al Nord: il Commissario Soneri, nato dalla penna di Valerio Varesi.

Nel pomeriggio del 24, infatti, un interessante panel ha visto a confronto i due autori e i rispettivi detectives: Taranto a intervistare Varesi, Varesi a sondare i paralleli fra il mondo delle nebbie del Parmense con quello della terra del Vesuvio in cui opera Mariani.

Sud e Nord. Lava e bruma

Lo schivo e introverso carattere del funzionario della polstato a fare da contraltare alla romanità dell’ufficiale della Benemerita mandato al comando di una Compagnia ai piedi del vulcano e “contaminato” dalla filosofia e dalla natura solare dei vesuviani.

Ma non finisce qui

Ben tre racconti di Taranto sono stati protagonisti di diversi momenti cruciali del festival.

Uno, “Il piano perfetto” si è aggiudicato un posto d’onore nella cinquina dei finalisti del premio “Gialli Mondadori – Gialli.it”, e sarà pubblicato prossimamente in una raccolta dedicata a vari autori della galassia del noir e del crime. Un centinaio le opere in lizza da tutta Italia. A presiedere la giuria, in questo caso, Franco Forte, direttore editoriale della collana dei “Gialli Mondadori”.

Altri due racconti brevi del cronista torrese, dedicati ad altrettanti piatti “letali”, sono stati pubblicati in un volume presentato proprio durante il festival: “Le ricette avvelenate del club dei delitti di carta” (Gialli.it edizioni) curato dagli “Irregolari del Festival” coordinati da Anita Curci.

In questi ultimi (“La caprese senza penZieri” e “Il segreto della zuppa”) anche se “’o Capitano” non compare mai, si respira a pieni polmoni l’atmosfera che i lettori hanno tanto apprezzato negli ultimi anni leggendo delle indagini di Mariani.

I racconti senza Mariani

Nel primo racconto, invece, ha fatto il suo esordio un nuovo personaggio nato dalla penna del nerista oplontino, che, in questo caso, ha scelto di narrare di un investigatore molto particolare della “omicidi” napoletana: il commissario Franco Palumbo. L’ambientazione è sempre quella del Vesuviano, ma – a differenza di quanto avviene nella saga di Mariani, che si svolge a metà degli anni ’90 – in questo caso si viene proiettati addirittura di un altro ventennio indietro nel tempo, fino al 1975.

A chiudere questo bilancio molto più che positivo, come già accennato, è arrivato l’inserimento di Giovanni Taranto e dei suoi romanzi nella “Storia del giallo di Napoli” (Homo scrivens) con prefazione di Luca Crovi, opera di Sabatino presentata proprio al festival. Un riconoscimento importante per Taranto che lo stesso organizzatore della manifestazione ha definito nel libro come “erede di Giancarlo Siani”, e presentato al pubblico del festival come “…autore di gialli che, entro i prossimi due anni, si confermerà fra i più importanti d’Italia”.

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