“Ho chiesto il permesso di chiamarla Giorgia”, aveva esordito il prete anticlan. “Sant’ Agostino diceva che la speranza ha due figli, il primo è l’indignazione, ma poi bisogna andare avanti”.
“Giorgia, noi oggi celebriamo la Pasqua, ma prima c’è stato il venerdì santo. Il 15 luglio 2023 ho scritto a Giorgia e le ho mandato le foto del centro costruito per essere d’aiuto alla vita, abbandonato, dimenticato, vandalizzato, insozzato”, racconta don Maurizio Patriciello.
“Mi risponde 8 agosto: “Scusami vedo solo ora”; poi lo scempio delle bambine e prima ancora quello di Fortuna e prima ancora di altri bambini e omicidi e stese.
Il 25 agosto scrivo: “Giorgia ho il cuore lacerato, sono tutti ragazzini, per favore vieni, facci sentire italiani, vieni a portare lo Stato. Non avrei scommesso un euro che otto giorni dopo, mezzo governo, sarebbe arrivato e Meloni ha detto: “Questa è zona franca e non devono essercene”. Giorgia te lo dico in madrelingua. Giorgia stamattina ‘o veco e nun ‘o crere, occorre tutti quanti fare un passo in più”.