La partecipazione delle donne alla politica, in questa campagna elettorale, ha fatto emergere ancor più una cultura maschilista che relega la figura femminile in ruoli marginali, ritenuta incapace a ricoprire una delle maggiori cariche istituzionali a livello comunale.    

Basta vedere la natura dei commenti, non solo social, rivolti alle donne che sono scese in campo a Torre Annunziata, per dare il loro contributo ad una città che di presenza femminile, nelle stanze che contano, ne ha vista ben poca. Dall’aspetto fisico all’età, passando per la condizione sociale, le critiche rivolte soprattutto alla candidata Mariantonietta Zeppetella Del Sesto, prima donna candidata Sindaco di un Partito Politico, nella storia di Torre Annunziata, a scendere in campo per l’elezione di sindaco, non hanno riguardato i contenuti politici del suo programma, ma aspetti che, come anticipato, di politico non hanno nulla.    

L’organismo del Consiglio Regionale della Campania che indaga sulla condizione femminile composta da rappresentanti delle donne di partiti, sindacati, associazioni e ordini professionali, la Consulta per la Condizione della donna, invita ad aprire in ogni comune una “Casa delle donna”. A Torre Annunziata, Mariantonietta Zeppetella, affinché proprio le donne diventino protagoniste attive e partecipi della vita politica, vorrebbe istituire anche una “Consulta delle donne” per avvicinarle alle istituzioni e unire le loro voci in un unico grande coro.   

“È bello pensare ad una casa per le donne come luogo di accoglienza e di confronto, come possibilità di curare una cultura al femminile che in Italia ha poco spazio, per crescere e prendere coscienza commenta la candidata Zeppetelladel ruolo femminile nella famiglia, nella società, nella cultura. È bello pensare anche ad una città per le donne, pensata dalle donne per tutti, nessuno escluso. Le donne da sempre sono il collante delle società con la loro intelligenza, con la loro sensibilità – conclude la candidata Zeppetella – e alle donne deve essere affidato il compito di migliorare anche la comunità in cui vivono: da qui l’idea di una consulta. Dobbiamo insieme farcene carico e aprire le porte sulla visione di un mondo al femminile”. 

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