emanuele d'apice

“Un sentito ringraziamento ai magistrati del collegio giudicante della Corte d’Appello di Napoli, che con questa sentenza hanno fatto piena chiarezza e diradato i sospetti che una certa area politica aveva agitato anche nei miei confronti con l’obiettivo, purtroppo raggiunto, di far sciogliere il Consiglio comunale di Castellammare”.

Ministero condannato a pagare le spese processuali

Così Emanuele D’Apice, ex presidente del Consiglio comunale di Castellammare di Stabia, commentando la decisione dei giudici d’Appello che hanno revocato la sua incandidabilità e condannato il Ministero al pagamento delle spese processuali.

Un ulteriore passo avanti per fare chiarezza su quanto successo a Castellammare di Stabia ormai due anni fa con lo scioglimento del consiglio comunale. Uno scioglimento fortemente chiesto e poi ottenuto dall’opposizione di sinistra che vide l’allora sindaco Gaetano Cimmino arrendersi ai colpi ai fianchi portatigli da attacchi politici che, come già parzialmente riconosciuto dal Consiglio di Stato, forse non avevano fondamento.

I “professionisti dell’anticamorra” costruiscono le loro vittorie elettorali sull’attacco sistematico all’avversario politico

Ed è proprio proseguendo su questa linea che Emanuele D’Apice rincara la dose e attacca il neosindaco di Castellammare eletto appena il giorno prima della sentenza che riabilita l’ex presidente dell’assise stabiese: “A differenza di certi giornalisti e professionisti dell’anticamorra come Vicinanza, Ruotolo e company, che costruiscono le loro vittorie elettorali sull’attacco sistematico all’avversario politico, mettendo in moto la macchina del fango sul nulla, ma tacendo sul quadro inquietante che emerge in casa Pd per l’inchiesta sui mandanti dell’omicidio Tommasino, i magistrati hanno lavorato per far emergere la verità”.

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