La Costiera Amalfitana, incanto senza tempo

“Gli dei sono stati ridotti a mitologie. Il loro nome, qui, resta legato a un sentiero, uno strascico regale di bellezza”.

Chi, come lo scrittore Erri De Luca, ama profondamente la montagna e le rocce a strapiombo sul mare che dominano il paesaggio della costiera amalfitana, non può non soffermarsi a leggere le sue parole, incise, a imperitura memoria, su una targa posta all’inizio del Sentiero degli Dei, uno dei tanti percorsi naturalistici che contribuiscono a preservare la magia che emana da questa zona a dispetto del trascorrere del tempo.

Un passato fatto di agricoltura, di pesca e dei ritmi lenti

Raggiungere Amalfi dal mare, prediligendo i percorsi d’acqua rispetto a quelli tortuosi e pieni di tornanti dell’entroterra, offre il vantaggio di rivolgere uno sguardo d’insieme a un paesaggio unico, che richiama un passato fatto di agricoltura, di pesca e dei ritmi lenti tipici del vivere partenopeo.

La Costiera Amalfitana

Non a caso, fino alla metà dell’Ottocento, la Costiera Amalfitana era considerata una vera e propria isola, un mondo a parte dove ogni cosa veniva trasportata a mano lungo i sentieri che collegavano – e collegano ancora oggi – i tanti borghi affacciati sul mare.

Amalfi Repubblica marinara

Da Amalfi, antica e unica Repubblica marinara del Meridione che ha nella cattedrale di Sant’Andrea uno degli esempi più belli di una ricchezza artistica intramontabile, si può intraprendere, oltre al Sentiero degli Dei, un altro, suggestivo percorso che garantisce un’immersione totale nella natura, creando una connessione perfetta con la vita locale.

La Valle delle Ferriere, tra boschi e corsi d’acqua

Il sentiero della Valle delle Ferriere, lungo circa 16 km, inizia non lontano da Amalfi, nel borgo di Pontone, per gran parte immerso nel verde di una fitta vegetazione, e incontra ad Agerola quello degli Dei, mettendo in comunicazione Amalfi e Positano. Nell’incamminarsi per questa via, sembra di sentire ancora il rumore dei passi degli abitanti del luogo che, nei secoli passati, risalivano il pendio lungo un tragitto disseminato di boschi e di corsi d’acqua. Qui, un tempo, attività come quella della fabbricazione della carta, ancora oggi prodotta artigianalmente attualizzando una storia che si rinnova da oltre mezzo secolo, utilizzavano, per l’appunto, l’acqua come fonte di energia pulita e rinnovabile.

I boschi della Valle fornivano legna per il fuoco con il quale si fondevano i minerali per ricavarne il metallo puro. Dai chiodi più piccoli con i quali si realizzavano le scarpe (usati anche adesso per i sandali artigianali di cuoio famosi in tutto il mondo), a quelli più grandi per le imbarcazioni, il ferro arrivava qui, trasportato ad Amalfi dalle miniere dell’isola d’Elba e da altri luoghi ricchi di un metallo quantomai versatile.

Resti di archeologia industriale in una riserva naturale protetta

I resti della struttura architettonica ad archi che si incontra lungo il cammino, riportano alla memoria le fucine dove il ferro veniva prodotto, vicino ai corsi d’acqua per sfruttarne la forza motrice. Grazie ad un sistema di canali e dighe, la stessa acqua che oggi alimenta una centrale idroelettrica veniva convogliata verso le ruote idrauliche delle ferriere che hanno dato il loro nome a quest’area paesaggistica, diventata, nei primi anni Settanta, una riserva naturale protetta.

Costiera Amalfitana, una natura preziosa e antica

A dispetto dei secoli, la natura si è riappropriata dei suoi spazi conservando intatte specie botaniche rare come alcune felci, esistenti più di sessanta milioni di anni fa, e che per questo sono considerate dei veri e propri fossili viventi. Per non parlare dei limoni frutti preziosi coltivati in ampi terrazzamenti degradanti sul mare.

Uno scenario eterogeneo e mozzafiato quello della Costiera Amalfitana, dove natura e storia si prendono per mano, in equilibrio tra paganesimo e sacralità.

Viviana Rossi

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano