I toni erano accesi già da un bel po’ e il fatto che stessero per “volare gli stracci” a Torre Annunziata era palese. Ma quanto accaduto nella giornata di ieri, 18 giugno 2024, ha dell’incredibile. La bufera mediatica, condita da indignazione e condanna ha colpito in pieno viso il candidato sindaco dell’Alleanza Straordinaria e di tutto il centrodestra, Carmine Alfano, proprio mentre si preparava a sprintare per il ballottaggio di domenica e lunedì prossimi.

L’articolo sull’Espresso, gli audio registrati dai giovani medici della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica all’Università di Salerno, di cui, appunto è direttore il candidato sindaco, hanno sparigliato i giochi. I più sono rimasti esterrefatti: tra l’incredulità e l’indignazione, sorpresa, ma non troppo, innocentisti “goliardi” e colpevolisti pronti a chiedere lo scalpo del professore omofobo, razzista e sessista.

Fin quando ci si accusava a vicenda di aver “rubato” qualche stipendio e di ricoprire cariche non meritate o che meritavano altri profili, si trattava di una campagna elettorale dai toni accesi, brutta se vogliamo, ma che sostanzialmente restava nell’ordine delle cose. Adesso, dopo l’Espresso, che se fosse stato un caffè certamente avrebbe innervosito molto meno Carmine Alfano, dopo l’articolo, dicevamo, tutto cambia. Le accuse sono pesanti e la richiesta di ritirate la candidatura a sindaco, avanzata da qualche gruppo politico, tutto sommato pare quasi condivisibile.

Eppure Alfano si difende, prova a rimandare al mittente tutte le farsi, le parole, le urla che abbiamo sentito nelle registrazioni degli specializzandi, a loro dire, “vessati” dal professore.

Alfano parla di goliardia, di sarcasmo, di paradosso, “di clamorosamente inverosimile senza l’intenzione di offendere alcuno”. Il video di “spiegazioni” mostra un Alfano diverso. Nervoso, non a suo agio nel “leggere” le sue spiegazioni. Un Alfano lontano anni luce da quello che abbiamo conosciuto nel corso di questa campagna elettorale. Sembra aver perso quella sicurezza e quella spavalderia, quella verve che ne hanno fatto, a suo modo, un personaggio. Odiato? Forse sì, fortemente da qualcuno, meno da altri e amato, ammirato e sostenuto da altri ancora.

Alfano non era Alfano, almeno sino al baciamano alla candidata di Fratelli d’Italia, Simona Aiello che lo ha accompagnano nel video diffuso in serata. Ma comunque contratto. La botta e di quelle che ti mettono al tappeto. Ma, poi, dopo il conteggio, il pugile, sia pur “suonato”, si rialza.

Il candidato sindaco di centrodestra parla di attacco personale di “agguato” a cinque giorni dal voto. Ebbene sì. Forse in questo è possibile abbia ragione. Come in più occasioni è accaduto in Italia, in vista del traguardo, ci scappa lo scandaletto. “Il provvedimento ad orologeria” dicono quelli che sanno parlare di politica e sanno anche scriverne. Il provvedimento che scredita, aggredisce e qualche volta affonda il candidato, il presidente, il premier.

Le registrazioni sono di alcuni mesi fa, eppure sono state pubblicate a cinque giorni dal voto, non troppo prima (che poi si rischia che tra giustificazioni, chiarimenti, scuse e memoria corta degli elettori, la cosa decanti tanto da sfumare da diventare troppo eterea), ne troppo sotto (in questo caso si rischia che non tutti riescano ad indignarsi per tempo). Cinque giorni. Un tempo perfetto per ottenere il risultato cercato.

Tutta questa faccenda sarebbe potuta venir fuori qualche mese fa, quando l’Alleanza contro il Pd, quella “Straordinaria”, era ancora tutta unita. Se l’Espresso “fosse stato servito” allora, magari il candidato sindaco non sarebbe proprio stato Alfano e Cuccurullo, magari, nella sua coalizione avrebbe avuto qualche lista in meno.

Mah, sono tutte congetture o forse ha ragione Alfano? “Frasi estrapolate da un contesto di estrema goliardia ed hanno un significato sarcastico, paradossale, clamorosamente inverosimile” e “volgare”, molto. Forse quest’ultimo aggettivo il buon Alfano lo aveva dimenticato. Eppure, nel condannare, sicuramente il tono, la volgarità ed anche le tante parolacce, in sostanza una mancanza di stile ingiustificabile, non si riesce a non pensare che tutto quanto arriva a qualche giorno dal voto…

Il vero guaio per Carmine Alfano, però, non è l’articolo, gli audio, lo scandalo, a cinque giorni dal voto, quello che appare uno sgambetto in dirittura d’arrivo. Il problema vero è che lo “squarcio” aperto dal materiale pubblicato ha rivelato un’immagine difficile da dimenticare, che rimane impressa e non può piacere.

Sembra “paradossale”, ma lo sgambetto se l’è procurato da solo!

In ogni caso, siamo di fronte a una pubblica gogna mediatica o a una legittima denuncia di qualcosa di veramente deplorevole? Ai posteri l’ardua sentenza, si chiedeva Alessandro Manzoni, parlando di Napoleone Bonaparte.

Ma qui siamo a Torre Annunziata e, purtroppo per la città, ancora oggi, “il livello è basso“, avrebbe detto il buon Riccardo Pazzaglia.

Gennaro Cirillo

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