La Campania si conferma, a distanza di secoli, un crocevia fondamentale per i viaggiatori di ogni provenienza, desiderosi di spingersi fin nel suo entroterra alla scoperta di luoghi più o meno conosciuti.

D’altronde, l’arte del viaggiare è patrimonio di tutti, e non più solo di chi, a partire dal Settecento, sceglieva l’Europa come destinazione del “Grand Tour” alla ricerca della storia, dell’architettura e dell’enogastronomia di territori come la nostra penisola, da sempre scrigno di bellezza.

Olevano sul Tusciano e la grotta dell’Arcangelo

Nella provincia di Salerno, ad esempio, a valle dei monti Picentini, nei pressi di Olevano sul Tusciano, sono visibili i resti di un castello di fondazione longobarda, edificato intorno al IX secolo a difesa delle vallate che davano accesso al mare.

Lungo il fiume Tusciano è ancora tracciato il percorso seguito, nel Medioevo, dai pellegrini per raggiungere la grotta dell’Arcangelo, dedicata a san Michele, contenente una basilica e cinque cappelle con preziosi affreschi in stile bizantino. Si tratta di architetture indipendenti, integrate dalla loro copertura a tetto o a cupola. Un luogo devozionale unico nel suo genere, che ha contribuito ad alimentare la fede della popolazione all’indomani della caduta del regno longobardo, votato al culto micaelico.

In un’atmosfera incontaminata il tempo si è fermato

Qui, il tempo sembra essersi fermato perché, in mancanza di interventi successivi da parte dell’uomo, la grotta che il visitatore si trova ad ammirare oggi è la stessa che appariva al pellegrino dell’Alto Medioevo.

E non solo. Chi sceglie di intraprendere questo itinerario, si trova immerso nella natura protetta del parco regionale dei Picentini, un’area che tutela la flora e la fauna locali, dove escursionisti e naturalisti possono decidere di fermarsi alcuni giorni per godere di un’atmosfera incontaminata e rigenerarsi, lontano dal caos della vita cittadina.

La valle dominata dal paese di Olevano può essere a pieno titolo considerata un crocevia per raggiungere le aree interne della Campania, e la montagna che, in passato, fungeva da via di comunicazione con altri paesi dell’entroterra.

Percorsi nella natura selvaggia

Oggi mette a disposizione di chi, quei paesi, vuole scoprirli, gli stessi percorsi contraddistinti da una natura selvaggia e incontaminata, che accoglie anche allevamenti di bestiame di razza podolica, e appezzamenti di ulivi estesi lungo la valle del Tusciano. Una coltura tramandata per generazioni e una produzione diversificata quanto basta da soddisfare abitudini di consumo non più solo limitate all’olio, e diffuse anche oltre i confini nazionali.

Dal fiume Tusciano a Gragnano e la Valle dei Mulini

Da Olevano sul Tusciano a Gragnano, il passo è breve quanto a trionfo del “made in Italy”, che in Campania viene esaltato da materie prime d’eccellenza. Il detto popolare secondo il quale l’acqua passata non macina più, non si addice alla Valle dei Mulini, che fa di Gragnano la città della pasta.

Anche qui, infatti, le vestigia degli antichi mulini raccontano la storia millenaria di quella che è diventata una vocazione alla lavorazione del grano tenero, prima, e del grano duro, poi, sfruttando l’acqua piovana e quella delle sorgenti per l’impasto, ma anche come forza motrice per alimentare i mulini. Due elementi imprescindibili e preziosi – acqua e grano – che hanno fatto avere alla pasta di Gragnano il marchio IGP e che, da secoli, arricchiscono le nostre vite di un piacere irrinunciabile.

Viviana Rossi

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