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Scandalo Panama Papers, arriva la sentenza del processo

Scandalo Panama Papers, arriva la sentenza del processo

Finisce tutto in una bolla di sapone? Con un nulla di fatto, come si suol dire. Panama Papers, rimangono un vero e proprio scandalo internazionale, seppur abbiamo visto concludere la vicenda con una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati a processo, rimane l’evidenza che nel 2016 un enorme Vaso di Pandora è stato aperto e rimane ancora oggi in parte scoperchiato.

Pochi giorni fa i tribunali di Panama hanno chiuso il famoso processo Panama Papers, dove il giudice Baloisa Marquínez ha assolto tutte le 28 persone che erano a giudizio per le accuse in merito al loro presunto ruolo nella creazione di società fittizie utilizzate per riciclaggio di denaro.

Tra gli imputati vi erano Jurgen Mossack e Ramón Fonseca Mora (morto nel maggio 2024, con conseguente archiviazione), avvocati e fondatori dello studio legale Mossack Fonseca, che ha chiuso i battenti nel 2018, ma con un ruolo di prim’ordine nell’inchiesta sui Panama Papers.

“Il 14 marzo 2018, Mossack Fonseca ha annunciato la chiusura a causa del danno economico e reputazionale causato dalla divulgazione del suo ruolo nell’evasione fiscale globale da parte dei Panama Papers”, si legge ancora oggi dal portale web dello studio legale.

L’inchiesta, che è stata portata avanti dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ), è valsa il Premio Pulitzer 2017 sul giornalismo divulgativo (Explanatory Reporting), per aver esposto, attraverso la collaborazione di oltre 300 reporter in sei continenti, l’infrastruttura nascosta e la scala globale dei paradisi fiscali offshore.

A quanto pare il giudice ha potuto stabilire quanto segue, leggiamo direttamente dal comunicato dell’Órgano Judicial de la República de Panamá: “…Le prove raccolte sui server di Mossack Fonseca, contenenti prove elettroniche fornite al processo su supporto cartaceo, non rispettavano la catena di custodia, nonché i principi che regolano le prove digitale principalmente per la mancanza di valori di ‘hash’ (algoritmi crittografici, ndr.) che consentirebbero la certezza della sua autenticità e integrità”.

Ma, se il Presidente della Repubblica di Panama, José Raúl Mulino (eletto il 1° luglio 2024), ha parlato della sentenza durante il suo discorso di insediamento, liquidando i Panama Papers come una “fandonia internazionale” destinata a danneggiare la reputazione del Paese, non è dello stesso avviso Mark Wolf, giudice federale statunitense, il quale presiede, tra l’altro, l’associazione di difesa Integrity Initiatives International.

“Guardate il caso Mossack Fonseca, che è stato l’inizio della fine del nostro modello di business finanziario. Hanno appena assolto tutti gli accusati perché in realtà si trattava di una menzogna internazionale per minare l’immagine e la competitività del nostro Paese“, sono alcune delle parole del Presidente Mulino pronunciate nel suo discorso.

“Sulla base di ciò che ho letto nei resoconti dei media, c’è motivo di preoccuparsi che Panama non sia in grado di perseguire adeguatamente i casi di corruzione più importanti. Perché non è disposto a farlo, o non è in grado di farlo”, ha affermato il giudice Wolf, che da anni sostiene inoltre l’organizzazione e la strutturazione di un tribunale internazionale anti-corruzione.

Nel frattempo l’avvocato Carlos Barsallo ha invece spiegato: “Da una prospettiva globale, ciò dimostra la difficoltà di questi casi e la necessità per la procura di disporre di più risorse, non solo economiche, ma anche umane e di know-how tecnico”.

 

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