Carcere a vita per Raffaele Caiazzo, con isolamento diurno per 30 mesi. È questa la pena inflitta dai giudici della seconda sezione della Corte d’Assise di Napoli, presieduta da Concetta Cristiano, giudice a latere Paola Valeria Scandone, il 45enne responsabile di aver ucciso, con un’arma detenuta illegalmente, il genero Luigi Cammisa e la nuora Maria Brigida Pesacane.
L’efferato duplice omicidio dei due cognati di 29 e 24 anni avvenne a Sant’Antimo, a pochi minuti di distanza, il 4 giugno giugno dello scorso anno. Secondo la ricostruzione condotta dagli inquirenti, a scatenare la volontà omicida un istinto morboso di gelosia maturato dall’uomo nei confronti della donna.
I giudici hanno accolto in pieno la ricostruzione della Procura di Napoli. A processo si sono costituiti parti civili alcuni parenti delle vittime, assistiti, tra gli altri, dai penalisti Manuela Palombi e Marco Mugione. Accanto a loro anche la Fondazione Polis con l’avvocato Gianmario Siani e Celeste Giliberti.