La storia di Raffaele Santarpia, conosciuto da tutti come Lello nel suo paese di adozione, Sant’Antonio Abate, è un viaggio straordinario di passione, sacrificio e trionfi. Nato a Castellammare di Stabia il 21 dicembre 1975, ora vive a Cesena, dove lavora come assistente amministrativo all’Istituto Comprensivo di Longiano e allena la squadra di calcio femminile Granata Woman di Bagnarola di Cesenatico. Tuttavia, è nella corsa che ha trovato la sua vera ragione di vita.
La passione per il podismo nata per una scommessa
La sua passione per il podismo è iniziata a 28 anni, un’età in cui molti atleti stanno già considerando il ritiro. Inizialmente, correva per gioco e per mantenersi in forma, ma grazie agli incoraggiamenti degli amici e al supporto del suo allenatore Marco Cascone, ha iniziato a correre seriamente con la Società Antoniana Runners: “Io sin da piccolo ho fatto molti sport – confessa il podista – ma quello che davvero mi è entrato nel cuore è la corsa, ovvero in gergo il podismo, che ho iniziato per una scommessa. All’inizio è stata un po’ dura ma man mano che mi impegnavo ogni giorno vedevo che i risultati arrivavano”.
Gli anni d’oro dalle 15 vittorie consecutive
L’infortunio improvviso che ha messo a rischio la promettente carriera
Il trasferimento in Emilia Romagna ha segnato l’inizio di nuove sfide per il podista. Problemi fisici, in particolare un dolore al piriforme, lo hanno costretto a rivedere i suoi allenamenti. Tuttavia, la sua determinazione non ha vacillato: “Il mio problema erano le velocità brevi, per guarire ho iniziato ad allenarmi sulle lunghe distanze, correndo con meno intensità ma su distanze più lunghe. Così, da un paio d’anni, ho iniziato a macinare chilometri su chilometri ottenendo grandi soddisfazioni”.
Questa dedizione gli ha permesso, nel 2023, di completare la 100 km di Asolo del Monte Grappa in 11h 41’48” e la 50 km del Gran Sasso, piazzandosi tra i primi 50 atleti fra oltre 1000 partecipanti.
La lontananza dalla famiglia per il raggiungimento del sogno
“Ho fatto tantissimi sacrifici per preparare queste gare – confessa Raffaele – infatti dovevo togliere del tempo alla famiglia per allenarmi 4/5 ore al giorno, sia la mattina presto che la sera tardi, a volte persino di notte. Sotto il sole, la pioggia, il freddo o il vento, gli allenamenti dovevano continuare sei giorni su sette. Dovevo conciliare tutto questo con il lavoro e la mia passione di allenatore di calcio, ma la mia determinazione mi ha portato a ottenere grandi soddisfazioni e ottimi risultati”.
In circa sei mesi di allenamenti, Raffaele Santarpia ha percorso 5000 km, partecipando a gare eccezionali. Ha concluso la Maratona di Russi (42 km) in 3h11’14”, classificandosi tra i primi 50. Nella 50 km di Romagna ha ottenuto un tempo di 3h58’43”, piazzandosi tra i primi 100 su 1000 atleti. Il suo sogno si è realizzato con la 100 km del Passatore Firenze-Faenza, completata in 9h51’52”, raggiungendo il 124esimo posto su circa 3000 partecipanti. Due settimane dopo, nonostante la stanchezza, ha affrontato la Pistoia-Abetone (50 km in salita), finendo 33esimo su circa 1000 atleti.
La vittoria nelle Marche che lo ha reso ultramaratoneta: “il percorso più affascinante mai fatto”
Il messaggio lasciato ai giovani: “credeteci quando manca l’energia per farlo”
Raffaele ringrazia la sua famiglia per il supporto incondizionato, le società Antoniana Runners di Sant’Antonio Abate e Rimini Nord di Santarcangelo, e tutti gli amici e allenatori che lo hanno accompagnato in questo straordinario viaggio: “Fissare degli obiettivi è il primo passo per trasformare l’impossibile nel possibile. Lo sport insegna a essere motivati e resilienti. Quando tutte le energie sembrano abbandonarci, è il momento in cui entra in scena la motivazione e il coraggio di dare tutto sé stessi. La passione, la caparbietà e la determinazione sono fondamentali per raggiungere un obiettivo, nello sport come nella vita quotidiana”.
Sofia Comentale