Aggredita, minacciata di morte con un coltello, presa a pugni e schiaffi, in una circostanza fatta cadere di proposito in un fuoco acceso, isolata dai suoi stessi familiari che lui, russo, odiava in quanto ucraini. Sono gli episodi di maltrattamenti ai quali era stata sottoposta Marta Maria Ohryzko, la donna ucraina trovata morta domenica mattina a Barano d’Ischia, ricostruiti nell’ambito delle indagini svolte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura di Napoli.

Il compagno, il 41enne russo I.B., è stato sottoposto a fermo del pm per il reato di maltrattamenti e, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbe ignorato per ore le disperate richieste di aiuto a lui rivolte dalla donna.

Dopo essere caduta in un dirupo di circa due metri, impossibilitata a muoversi, ha chiesto aiuto al compagno, mandandogli messaggi via Whatsapp e chiamandolo al telefono, ma lui le avrebbe ignorate, dopo un’intera notte trascorsa nella vegetazione, Marta Maria Ohryzko è stata trovata morta la mattina seguente.

Secondo quanto emerso dall’ispezione del telefono cellulare in uso al 41enne, la donna avrebbe inviato al compagno una serie di chiamate e di messaggi nel pomeriggio di sabato 13 luglio da una stradina di campagna nei pressi del luogo dove i due convivevano.

Nonostante le svariate richieste di aiuto, l’indagato non si sarebbe attivato per salvare la donna. Ascoltato dal magistrato, avrebbe addirittura raccontato che nella notte tra il 13 e il 14 luglio sarebbe uscito alla ricerca della compagna, trovandola tra la vegetazione e ancora in vita; alla donna il 41enne avrebbe detto che “per la notte lei avrebbe dovuto dormire lì“. Sul corpo della donna sono state trovate lesioni che potrebbero essere frutto della caduta ma anche di percosse precedenti.

La donna sarebbe morta di stenti in una lentissima agonia ed è stata trovata senza vita la mattina seguente dallo stesso 41enne.
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