La Guardia di Finanza, Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli hanno sequestrato denaro per un totale di 2,7 milioni di euro all’imprenditore Adolfo Greco. L’operazione è avvenuta nel contesto di un’indagine che vede Greco sotto processo presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, in particolare con il clan dei Casalesi.

Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, rappresentata dal procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e dal sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta, Greco avrebbe fornito un concreto contributo alla fazione Zagaria della federazione mafiosa casalese. In particolare, è accusato di aver indotto l’amministrazione di una società lattiero-casearia a revocare la concessione per la distribuzione in esclusiva dei propri prodotti nella provincia di Caserta a un’impresa riconducibile al clan dei Casalesi, già confiscata in sede di prevenzione. Successivamente, la concessione sarebbe stata riassegnata a una società appositamente costituita e anch’essa riconducibile allo stesso clan.

Greco aveva subìto il sequestro di 2,7 milioni di euro in contanti trovati in una intercapedine della sua abitazione. Durante una perquisizione nell’abitazione dell’imprenditore, i finanzieri avevano trovato l’ingente cifra, in contanti, nascosti in un’intercapedine. Greco ha dichiarato agli inquirenti che tale somma era il frutto di risparmi accumulati negli anni, attribuendo l’origine del denaro anche all’evasione fiscale.

Tuttavia, gli accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza hanno rivelato una sproporzione tra il denaro sequestrato e i redditi dichiarati da Greco e dal suo nucleo familiare tra il 2003 e il 2017. Tale circostanza ha portato la procura di Napoli a richiedere e ottenere dal giudice per le indagini preliminari (gip) il sequestro dell’intero importo, già sottoposto a vincolo nel corso del processo penale.

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